infanzia

C’è la crisi, calano le iscrizioni al «nido»

Crollo del 17% per le domande alle scuole d’infanzia cittadine: le quote pesano troppo sul bilancio di molte famiglie



ROVERETO. Tanti sono i settori in cui la crisi si sta facendo sentire, ma a pochi verrebbe da pensare che le difficoltà economiche delle famiglie possano riflettersi anche sugli asili nido. Ovunque, a fine mese, per far quadrare i conti, le famiglie stanno apportando tagli alla voce “spese” e a Rovereto, tra queste, mamme e papà hanno inserito anche le rette del nido, facendo crollare le iscrizioni per il prossimo anno scolastico che prenderà il via a settembre. Un calo del 17, 33 per cento rispetto all’anno scorso quando le richieste erano 300 contro le 248 di quest’anno. Pur di risparmiare qualche euro, insomma, chi può si affida il proprio bimbo ai nonni o comunque a familiari. Infatti, il calo delle nascite - che pur c’è negli ultimi anni - non giustifica il crollo delle iscrizioni nelle strutture cittadine.

Le regole fissate dal Comune per determinare le quote di pagamento delle strutture d’infanzia, sono sostanzialmente: una è la quota fissa mensile per orario di base - dalle 8.30 alle 15.30, per intenderci - e va dai 41,14 euro (nel caso in cui l’Icef sia uguale o inferiore a 0,13) ai 297,85 euro (se l’Icef è uguale o superiore a 0,35). A questa ne va aggiunta una variabile, che viene calcolata sulla base dei giorni effettivi di presenza: dai 2 euro se l’Icef è uguale o inferiore a 0,13 fino a 3 euro nel caso in cui l’Icef uguale o superiore a 0,35. A queste due quote va aggiunto un importo mensile per ogni ora di prolungamento di cui usufruisce il bimbo nel caso - frequentissimo - in cui i genitori siano “costretti” per esigenze di lavoro a lasciarlo più a lungo dell’orario “canonico”.

Per ogni ora si parte dai 3,32 euro di chi ha un Icef uguale o inferiore a 0,13 fino ai 24,05 se l’Icef della famiglia del piccolo è uguale o superiore a 0,35. Quota intera Le quote intere (297,85 euro per il fisso mensile e 3 euro per il giornaliero) sono applicate alle famiglie che non presentano domanda per agevolazioni o che comunque non ne hanno diritto.

Fatti i conti a fine mese, in qualche caso, la spesa può essere “pesante” per il bilancio e più di una coppia ha deciso di tagliarla. In controtendenza, invece, è la storica struttura d’infanzia Rosmini. «Da noi – spiega il presidente Marco Daicampi – le domande d’iscrizione sono sempre molte e la lunga è la lista d’attesa. Siamo nel pieno centro città e forse anche per questo, per la facilità con cui possiamo essere raggiunti, in molti vogliono iscrivere il loro bambini». Purtroppo, molti dei bimbi in lista d’attesa non potranno frequentare la nostra struttura e dovranno iscriversi in qualche altra scuola cittadina.













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