Bus più cari, niente panico «C’era da aspettarselo»

Il primo giorno con il biglietto a 1 euro e 20: utenti seccati ma anche rassegnati «A Verona costa 1 e 50». «Ma potevano almeno aumentare i minuti di validità»


di Giulia Merlo


TRENTO. La giornata di ieri, nonostante il primo sole caldo del nuovo anno, è stata la più cupa per i passeggeri dei mezzi pubblici trentini. Basta biglietti dell’autobus al prezzo di un euro, dal primo marzo è scattata la nuova tariffa: un euro e venti per settanta minuti di corsa. «Ho letto sui giornali dell’aumento - racconta Teresa Faifer, in tranquilla attesa dell’autobus alla fermata di piazza Dante - ma io ho l’abbonamento pensionati e sono tranquilla che non avrò sorprese di aumenti. Certo che, essendo aumentati i prezzi di ogni cosa, c’era da aspettarselo che aumentasse anche questo». Qualche cittadino che ancora compra il biglietto e che si è accorto degli aumenti, però, c’è. «In primavera prendo la bicicletta e basta autobus - afferma Sef Eddine Benauisse, con in mano il nuovo biglietto - sono a Trento da dieci anni e mi ricordo quando un biglietto costava 80 centesimi, poi siamo passati a un euro e già mi sembrava troppo. Adesso però è un’esagerazione, soprattutto quando si tratta di fare solo poche fermate».

L’ha presa con più filosofia chi viene da altre province: «Effettivamente il 20% d’aumento tutto insieme è parecchio - spiega Giorgia Rosson, studentessa - ma vengo da Verona e lì il biglietto costa un euro e cinquanta, quindi non posso dire nulla». «Avrebbero dovuto introdurre almeno una maggiore durata del biglietto - sostiene Matteo Tomaselli - aumentare la tariffa lasciando invariati i settanta minuti di validità mi sembra davvero troppo».

La giornata di ieri è stata anomala non solo per chi i biglietti li utilizza, ma anche per chi li vende. Nei giorni passati, infatti, le edicole sono state prese d’assalto dai passeggeri che hanno fatto incetta dei preziosi biglietti da un euro, la cui validità cesserà a fine anno. «Giovedì abbiamo venduto 400 biglietti da un euro in sei ore - racconta Gino Benatti, che gestisce la tabaccheria all’interno della stazione - le persone hanno fatto scorta, acquistando anche due o tre blocchetti da dieci». «Anche a me è successo – aggiunge la signora Flora, del chiosco di piazza Dante - ma penso che se c’è un aumento bisogna rispettarlo. Io non mi sono voluta rifornire di più biglietti pur sapendo dell’aumento, e ne vendevo al massimo due o tre per cliente, così da non rimanere senza per nessuno».

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