il caso

Bus, a Lavis con i tornelli chi non paga resta a piedi

Trentino Trasporti ha scelto la linea 17 per sperimentare l’accesso controllato. Soddisfatti sia gli autisti che gli utenti: «Adesso viaggia solo chi è in regola»


di Daniele Erler


LAVIS. Dagli ultimi mesi dello scorso anno Trentino trasporti ha scelto la tratta dell'autobus 17, fra Trento e Lavis, per sperimentare su alcune corse l'utilizzo dei tornelli all'ingresso del mezzo. Si tratta di un provvedimento che mira a contrastare l'evasione, e che allo stesso tempo vuole aumentare il senso di sicurezza di chi sull'autobus viaggia e lavora. Per ora è appunto un esperimento, in prova solo su alcune singole corse del 17, soprattutto al mattino.

Anche a Lavis l'idea è stata comunque accolta con favore, come è stato detto in consiglio comunale durante il rinnovo della convenzione con Trentino trasporti. Probabile che la scelta della corsa che porta a Lavis non sia casuale. Alcuni autisti dell'azienda – attraverso le loro sigle sindacali – avevano nei mesi scorsi denunciato il diffuso sentore d'insicurezza, accentuato da alcuni episodi di violenza (piccole risse o insulti ai danni dell'autista). Fra le tratte segnalate come più “a rischio” dagli stessi autisti, c'è appunto anche quella del 17, in particolare negli orari notturni, quando la corsa passa per Trento nord, Melta, i Solteri e Gardolo, prima appunto di Lavis (dove l'ultima corsa arriva a mezzanotte).

Per il Trentino l'utilizzo dei tornelli è una novità, già sperimentata però in altre zone d'Italia, senza considerare stati stranieri dove è da anni la norma. Ma come funzionano e come sono accolti dai viaggiatori? Nei giorni scorsi abbiamo viaggiato anche noi, per saggiare le reazioni. Il funzionamento è semplice. Si entra solo dalla porta anteriore, per accedere in maniera regolare si deve obliterare il biglietto, oppure convalidare abbonamento e tessera a scalare. Un segnale acustico e la luce verde confermano che si può accedere. Se qualcuno prova a forzare e passare senza biglietto, o se prova erroneamente ad accedere dagli altri ingressi, suona una sorta di piccolo allarme. La maggior parte dei viaggiatori si fa trovare pronta, oblitera il biglietto senza problemi.

Anche se il sistema è intuitivo, c’è comunque anche chi - soprattutto fra gli anziani - non capisce come funzioni, oppure distrattamente accede senza accorgersi del tornello (pur avendo il biglietto). Per questo, nella fase sperimentale e di novità, vicino ai tornelli c’è pure un incaricato della Trentino trasporti che dà tutte le indicazioni del caso. Ma c’è anche chi prova a fare il furbo: «Non posso entrare?», chiede con il sorriso un uomo senza biglietto, al capolinea di Lavis.

«No - gli risponde l’autista - Su questo autobus non si viaggia gratis». Ed è proprio vero. L’uomo, anche se stizzito, non sale e rimane a piedi. Forse aspetterà l’autobus dopo, nella speranza che non ci siano i tornelli. Gli altri viaggiatori, quelli che pagano regolarmente, sembrano accogliere positivamente la novità. «Era ora - dice una signora - così pagheranno tutti».

Nonostante da qualche anno l’obbligo della validazione sia stato esteso anche a chi ha un abbonamento, c’è ancora chi viaggiando dimentica di validare la tessera. Quindi molte volte si percepisce un’evasione anche maggiore rispetto a quella effettiva. Con i tornelli si punta a contrastare i portoghesi, ma anche a rendere evidente a tutti chi paga e chi no, compresi gli abbonati. Alla fine di tutto i più contenti sembrano comunque essere gli autisti. «Starei su questo autobus tutto il giorno - scherza uno di loro - per vedere chi non paga rimanere a piedi». Il passaggio ulteriore, l’aumento della sicurezza, passa invece dall’utilizzo delle videocamere a bordo.













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