Buco al Centro SantaChiara, maxi sequestro

Arriva anche la Corte dei Conti che blocca i due appartamenti in centro dell’ex vice direttrice Marisa Detassis



TRENTO. Dopo la procura, arriva anche la Corte dei Conti. E arriva con il carico grosso. La vicenda è quella dell’inchiesta sul buco del Centro Santa Chiara e la destinataria del nuovo provvedimento è sempre l’ex vice direttrice Marisa Detassis. Si tratta di un nuovo sequestro, questa volta conservativo, dei due appartamenti di via dietro le Mura intestate alla donna. E se il sequestro preventivo della procura del febbraio scorso era per 251 mila euro, questa volta il conto è più salato. La cifra, infatti, è di 770 mila euro e somma sia il buco provocato nei bilanci del centro che il danno all’immagine. Che è quantificato come il doppio del buco. Una cifra che è comunque coperta dal valore degli immobili che è di poco inferiore ai 900 mila euro. Quindi c’è una seconda indagine sulla vicenda e alla verifica finale si affianca anche quella contabile con il fascicolo che è stato aperto da poche settimana e che ha portato gli uomini della guardia di finanza a «consegnare» il nuovo sequestro. Se la Corte dei Conti sta ancora analizzando le carte, la procura ha già chiuso l’indagine.

E alla fine si è «salvato» solo l’ex direttore Oss Noser che ha visto la sua posizione stralciata e in sentore di archiviazione. Per gli altri tre indagati per il buco del Centro Santa Chiara, il procuratore Amato ha firmato invece la richiesta di rinvio a giudizio. Si tratta di Marisa Detassis, ex vicedirettrice del Centro (difesa da Marco Stefenelli), la contabile Alessia Spicugli (che si è affidata a Luca Pontalti) e l'ex dipendente Marcello Pallaoro. Le accusa rivolte ai tre sono le stesse e riguardano - in maniera i diversi indagati - l'ostacolo all'esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza, il peculato, l'abuso d'ufficio, la truffa, la ricettazione, l'appropriazione indebita, l'utilizzo indebito di carta di credito. Per quest'ultimo reato era stato chiamato in causa anche l'ex direttore del Santa Chiara, Franco Oss Noser. Ma durante l'interrogatorio con la guardia di finanza (assistito dall'avvocato Giuliano Valer) sarebbe riuscito a dare delle spiegazioni che avrebbe «annullato» la sua posizione. Lui ha ammesso di aver usato la carta di credito aziendale per pagare 910 euro in una boutique, ma si sarebbe trattato di uno sbaglio. E ha portato le carte che confermano di come, accortosi dell'errore, avrebbe restituito il tutto con tre trattenute sullo stipendio. Quindi la sua posizione è stata stralciata e passata Verona (competente territorialmente visto che l'acquisto è avvenuto là) con indicazioni per l'archiviazione. Per gli altri tre, invece, le accuse sono state mantenute. La posizione che appare più pesante è quella di Marisa Detassis che è accusato di aver sottratto al Centro 25 mila euro in tre anni. Aumentandosi lo stipendio, pagandosi le vacanze e lo shopping in boutique. Accuse alle quali ora risponderà davanti al giudice.

Gli uomini del nucleo di polizia tributaria coordinati dal comandante provincia Fabrizio Nieddu e dal colonnello Leonardo Matera, erano durate oltre sei mesi, sei messi passati a ricostruire quello che appare come un vorticoso giro di fatture false o aggiustate e finte annotazioni di bilancio che sarebbero servite per coprire i buchi nei bilanci.

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