il caso

«Bruno», via all’abbattimento dell’ex Dogana

Da oggi partono i lavori: con l’edificio distrutto il murale. Stefano Bleggi: «Poteva diventare sede di associazioni»



TRENTO. Il murale dell'ex Centro sociale Bruno ha le ore contate. Oggi inizia l'abbattimento dello stabile che era stato occupato dai giovani dal centro sociale nel 2007 e che è stato la sede fino a fine 2013. Da quando è stata definita la permuta tra la Cooperazione e la Provincia per il passaggio dell'area ex Italcementi all'ente pubblico e la cessione da parte di quest'ultimo dell'immobile dell'ex Dogana e della sede del rettorato di via Belenzani, il destino dell'affresco che ha accolto trentini e visitatori alla stazione è stato segnato. E poco è cambiato, con l'ulteriore permuta tra la Cooperazione e Provincia, che ha visto quest'ultima rientrare in possesso (con l'acquisizione di Patrimonio del Trentino) dell'ex Dogana in cambio della cessione a Phoenix Informatica bancaria, dello stabile di via Acconcio.

Ex Dogana, al via i lavori di demolizione

Sono iniziati questa mattina i lavori per la messa in sicurezza dell'area che circonda l'edificio dell'ex dogana, che ha a lungo ospitato il Centro sociale Bruno, reso celebre dal famoso murales ormai diventato un simbolo della città. Gli operai della Provincia sono al lavoro per transennare la zona e liberarla anche da alcuni barboni che da tempo usano l'area come rifugio. La demolizione dell'edificio dovrebbe fisicamente prendere il via tra qualche giorno, quando saranno ultimate le operazioni di preparazione.

A niente sono serviti gli appelli di artisti e critici (da Laurina Paperina a Maurizio Scudiero) per mantenere il murale dipinto nel 2008 dal messicano Omar Garcia Cruz e dallo spagnolo Jordi Galindo che raffigura l'orso con le fauci spalancate, diventato un simbolo del centro sociale a maggior ragione, dopo l'abbattimento in Germania dell'orso, finito come attrazione al Museo Mensch un Natur di Monaco di Baviera.

E mentre su Twitter era nato il tam tam spontaneo per salvare l'opera di indubbio valore artistico, qualche apertura da parte degli assessori provinciali Mauro Gilmozzi e Tiziano Mellarini era pur stata espressa («Potremo conservare un parte dell'affresco», avevano dichiarato). Ma quell'ipotesi è tramontata definitivamente. La ditta “Zampedri Lorenzo srl” da oggi inizierà la demolizione, lavori che dureranno circa un mese. Come verrà utilizzata l'area? L'assessore ai lavori pubblici della Provincia Mauro Gilmozzi spiega che tutta l'area tra via Segantini e via Vannetti ha una destinazione di polo amministrativo finanziario. «Non c'è ancora un progetto – afferma – ma è logico che ci muoveremo in questa direzione». Sul fronte del Bruno, la conclusione ingloriosa del murale non è una sorpresa. «L'abbattimento dell'edificio – commenta Stefano Bleggi – è la dimostrazione di come questa amministrazione non sappia dare risposte ai problemi. Si è deciso di radere al suolo l'edificio, quando si è scoperto che era diventato un rifugio per i senzatetto. Invece di andare alla radice dei problemi, si risolve così il problema del degrado. A suo tempo abbiamo proposto che l'ex Dogana venisse dato ad associazioni, invece si preferisce la politica dello struzzo». È prevista qualche azione dimostrativa? «No, – risponde - è una battaglia persa. Anche se dispiace perché era una bellissima opera d'arte. Ma aveva un senso finché l'edificio è stato vissuto, finché la sede era un riferimento». (sa.m.)













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