Bottiglia incendiaria contro le Fs

Rovereto, era collocata sotto un furgone degli operai: sospetti su anarchici e No-Tav



ROVERETO. Nuovo attentato, questa volta fallito, nei confronti delle Ferrovie. Una bottiglia incendiaria è stata collocata sotto un furgone utilizzato dagli operai: sono stati loro stessi ad accorgersi e a dare l'allarme quando ieri mattina uscivano dal deposito in via Zeni per andare al lavoro. L'innesco non ha funzionato e l'attentato è fallito. Nessuna rivendicazione, ma la polizia segue la piste anarchico-insurrezionalista e dell'area No-Tav. Per puro caso, dunque, non è divampato un incendio nell'area retrostante la stazione ferroviaria dove era stato depositato il furgone.

Gli attentatori avevano confezionato il rudimentale ordigno mettendo in una bottiglia di plastica della benzina avvolta nel cellophane con una quarantina di fiammiferi e della diavolina. L'hanno poi collocata sotto il mezzo, un Fiat Ducato, e quindi hanno acceso l'innesco: uno zampirone utilizzato come miccia che bruciando lentamente avrebbe poi dovuto arrivare ai fiammiferi per accendere la diavolina e quindi alimentare l'incendio con il combustibile contenuto nella bottiglia in plastica. Ma lo zampirone si è spento e il rogo, che avrebbe fatto esplodere il furgone, fortunatamente è stato scongiurato.

Nessuno si è accorto di nulla fino al mattino quando gli operai hanno prelevato il furgone. E mentre uscivano dal piazzale hanno percepito un forte odore di combustibile: hanno fermato il mezzo ed hanno poi controllato imbattendosi nella bottiglia incendiaria che avevano schiacciato passandoci sopra con una ruota del mezzo. Subito è stata avvisata la Polfer e il commissariato di via Sighele che ha inviato sul posto gli agenti della scientifica per i rilievi.

Quello che è rimasto dell'ordigno rudimentale è stato poi inviato a Roma per essere sottoposto ad ulteriori indagini nella speranza di individuare qualche traccia che possa portare agli attentatori. Anarchici? No-Tav? Quasi sicuramente, secondo la polizia. Sia per il modus operandi, già utilizzato in altre occasioni, sia per le scritte (alcune vecchie, altre recenti) in un edificio della stazione "No-Tav, non rinunciamo alla lotta". Ma non si esclude nemmeno il collegamento con la condanna di Milo Dossi (area anarchica) martedì per l'aggressione in centro a Giorgio Ciaghi della Fiamma Tricolore.













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