economia

Bort eletto presidente della Camera di Commercio

Il numero uno di Confcommercio passa al primo turno con 32 voti: resterà in carica per cinque anni. Il suo primo impegno: dimezzamento dei compensi degli organi camerali. Fumata nera per la giunta



TRENTO. E' Gianni Bort il nuovo presidente della Camera di Commercio: il numero uno trentino di Confcommercio è riuscito ad ottenere il quorum già al primo turno: resterà in carica fino al 2019, succedendo così ad Adriano Dalpez.

Dopo la sua elezione Bort ha ringraziato per l’espressione di fiducia ha assunto la presidenza della riunione e ne ha chiesto la sospensione per poter incontrare i presidenti di categoria rappresentati in Consiglio camerale e definire una possibile composizione della nuova Giunta.

La riunione non si è rivelata conclusiva e il Consiglio ha accolto la proposta del presidente di chiudere la seduta e rinviare la trattazione del tema concernente la nomina della Giunta in una prossima seduta da convocarsi nella prima metà di settembre.

Ecco il discorso integrale fatto da Bort subito dopo l'elezione: tra i punti forti, la promessa di tagliare, fino a dimezzare, i compensi degli organi camerali.

"L’impegno a guidare la Camera di commercio deve muovere, io credo, dalla presa di coscienza che è indispensabile una chiara visione del futuro che ci attende. Un futuro che, per essere interpretato al meglio nell’interesse dello sviluppo diffuso ed equilibrato del nostro territorio, richiede un profondo mutamento di rotta anche per quel che riguarda gli assetti camerali.

Un mutamento di rotta che, senza trascurare quanto di buono e importante è stato fatto, deve investire anzitutto il modo di guardare alle nostre imprese, per coglierne i bisogni effettivi ed interpretarli alla luce dei processi che attraversano l’intera economia del nostro Paese. Proprio da qui bisogna partire per ragionare di ripresa, di nuovi modelli di sviluppo, di politica economica. Leggere l’economia reale con gli occhiali giusti per sostenerla, favorirla, assecondarla.

Pur nella difficoltà del momento, per cui assai presto saremo costretti a fare i conti con la drastica riduzione delle risorse a disposizione; nonostante un progetto di riforma nazionale delle Camere di Commercio che dovrà necessariamente passare al vaglio del Legislatore Regionale e dell’imprescindibile confronto che sarà necessario avere con la Camera di Bolzano, siamo oggi chiamati a ragionare sulle azioni che ci vedranno impegnati nell’immediato futuro. Dato il tempo a disposizione, consentitemi di indicare per punti alcuni degli assi prioritari sui quali ritengo importante concentrare l’attenzione.

La Camera di commercio deve innanzitutto far percepire alle imprese Trentine di essere il luogo di coagulo, di confronto e laboratorio di idee dell’intera economia trentina e di essere il primo agente di semplificazione al loro fianco. È certamente un’operazione difficile perché nel vissuto di tanti piccoli imprenditori l’esperienza è di segno esattamene contrario; quindi efficentare e Semplificare saranno nostri imperativi anzitutto sul versante delle incombenze che gravano sulle imprese; ponendo in atto azioni concrete per alleggerirne quanto più è possibile il peso.

Quello che propongo è un deciso passo avanti nella semplificazione e insieme un forte impulso al dialogo con le componenti imprenditoriali, sindacali e professionali che siedono nel consiglio camerale, per cercare un terreno comune di lavoro che vada a vantaggio dell’intero sistema economico provinciale. Innovazione e internazionalizzazione sono oggi l’orizzonte di ogni impresa: piccola o grande, manifatturiera, di servizio o agricola, orientata all’export o attiva sul mercato interno; l’impresa del terzo millennio per essere competitiva deve sapersi innovare e capire l’impatto della globalizzazione sul proprio business. L’obiettivo che dobbiamo porci è di saper essere istituzione all’altezza dei bisogni degli imprenditori, a partire da chi imprenditore ancora non è ma lo vuole diventare.

Le Associazioni di categoria e le imprese devono riconoscere nella Camera di Commercio l’interlocutore privilegiato per lo sviluppo e il sostegno (anche economico) di progetti delle attività innovative, in sinergia con la nostra Provincia. Le esperienze vicine al Trentino, sia a nord che a sud, testimoniano che una Camera di Commercio forte verso il proprio Governo locale, è in grado di garantire migliori opportunità per il sistema territoriale delle imprese. Anche sull’internazionalizzazione serve un cambiamento di prospettiva profondo, per rispondere alle esigenze delle imprese e stimolare ricadute positive dei fenomeni di globalizzazione sull’intero tessuto imprenditoriale.

La Camera di commercio si presta ad essere il fulcro sul territorio per diffondere questa mentalità e offrire alle imprese i vantaggi di poter accedere ad una rete di servizi di assistenza all’internazionalizzazione strutturata a livello locale (in collaborazione con Trentino Sviluppo, Trentino Export e le altre realtà presenti sul territorio provinciale), collegata a livello nazionale (la rete degli sportelli World Pass, lo sportello informativo delle camere di Commercio per l’Internazionalizzazione), ed infine connessa alla più ampia rete delle Camere di commercio italiane all’estero; al fine di offrire alle imprese che intendono aprirsi ai mercati esteri il maggior numero di informazioni utili sui mercati di approdo. In altre parole “Facciamo quello che sappiamo fare bene e per il resto affidiamoci a chi ci sappia garantire altrettanto in termini di professionalità, efficienza e ampiezza dei mezzi messi in campo”.

Sul tema Registro Imprese , è a tutti noto l’intento del Governo Renzi (fatti salvi i ripensamenti dell’ultima ora) di trasferirne la tenuta al Ministero dello Sviluppo Economico. Pur tuttavia, io credo che la tenuta di questo Registro rappresenti la funzione cardine della missione della Camera di commercio e, dunque, rappresenti lo strumento imprescindibile per ogni azione di sviluppo del territorio e del mercato. Proprio per questa sua valenza strategica, è assolutamente indispensabile mettere in atto una forte azione per ulteriormente migliorarne i contenuti in termini di qualità e aggiornamento dei dati amministrativi. Dati che rappresentano una ricchezza da tutelare e valorizzare attraverso una manutenzione costante e attenta. E questo non solo per promuovere l’economia locale ma sempre più per realizzare un altro aspetto della mission della Camera di commercio, ovvero la garanzia di trasparenza e correttezza degli scambi sul mercato.

L’altro cardine di una politica volta a favorire l’occupabilità dei giovani e di chi ha perso un lavoro è quella che punta a realizzare il migliore connubio tra formazione e mondo del lavoro. Non c’è niente di nuovo nel dire che dalla crisi si esce anche con la qualità e che la qualità può nascere soltanto dalla conoscenza. Per attitudine, abbiamo sempre considerato il software della conoscenza - assieme al territorio - come asset decisivo nel confronto tra concorrenze diverse. In Trentino il connubio tra formazione e mondo del lavoro può essere rappresentato da Accademia di Impresa; la quale, a mio giudizio, deve dunque crescere, caratterizzarsi con una propria offerta formativa (non in concorrenza con quella erogata da altri Enti presenti sul territorio) per essere pronta a rispondere alle nuove richieste di formazione.

Un analogo ragionamento va riservato alla Trentino School of Management alla quale, pur da socia di minoranza, la Camera deve chiedere un impegno innovativo a favore di quelle domande di alta professionalità non coperte da Accademia o dalle strutture formative delle Associazioni di categoria ed in sinergia con l’Università per le opportune ricadute sull’economia locale. Il tema delle reti di impresa merita maggiori approfondimenti e dovrà senz’altro impegnare la Camera nel prossimo quinquennio. Gli studi più recenti - tra cui alcuni realizzati per impulso di Unioncamere - dimostrano che la coesione e la collaborazione tra imprese, e tra imprese e territori, siano una delle chiavi di volta del rinnovato successo dei distretti del Made in Italy e di numerosi sistemi locali territoriali legati al brand Italia.

Le alleanze tra imprese per crescere, per affrontare nuovi mercati e nuove esperienze di prodotto o di processo, sono un argomento che richiede un atteggiamento innovativo e un approccio del tutto nuovo che sul nostro territorio non ha ancora trovato compiuto accoglimento. Dobbiamo, infine, proseguire nel serio e concreto processo di miglioramento ulteriore dell’Ufficio studi che ponga a fattore comune le ricerche, le analisi e le buone pratiche sviluppate dalla Camera di commercio di Trento con quelle realizzate presso altre Camere che hanno dato risultati positivi e che quindi rappresentano patrimonio condiviso a cui attingere e da diffondere alle imprese del nostro territorio perché le possano utilizzare, ma anche e soprattutto da mettere a disposizione delle organizzazioni sindacali e degli imprenditori affinché possano adeguatamente svolgere il proprio ruolo di rappresentanza.

Sul tema del credito, problema delicato e ancora lontano dall’essere risolto, l’impegno della Camera non potrà mancare e dovrà essenzialmente essere teso a favorire il dialogo tra Banche e Imprese per la individuazione di quelle azioni che garantiscano alle piccole realtà di Impresa di non soccombere e di essere pronte a riagganciare la ripresa economica. In ordine alla vigilanza dei prodotti sarà indispensabile rafforzare il dialogo con le associazioni dei consumatori e con i sindacati ed anche con la vicina Camera di Commercio di Bolzano; anche affinando l’ osservatorio prezzi perché sempre più diventi ottimo strumento di indagine ad uso della collettività.

La missione prioritaria, e mi avvio a concludere, di un’istituzione come la Camera di commercio è, io credo, quella di affermare e rafforzare valori di coesione senza i quali lo sviluppo delle nostre comunità e la sostenibilità della nostra società sarebbero messe a rischio. Nel contesto di razionalizzazione e riorganizzazione che stiamo vivendo, la gestione della dimensione territoriale della nostra Camera, rappresenta un tassello importantissimo per realizzare politiche utili alle imprese e alla promozione del benessere. Di essa dovremo occuparci di salvaguardare i livelli occupazionali e l’elevato livello professionale acquisito dal suo personale, garantendone la crescita con idonei e costanti percorsi formativi.

Certo è importante semplificare e snellire il funzionamento di ogni aspetto della macchina pubblica, Camere di commercio incluse, risparmiando e tagliando ove necessario. Ma senza per questo impoverire e lasciare soli i territori, privandoli di un punto di riferimento istituzionale così importante come le Camere. L’obiettivo che mi impegno a perseguire con la guida della Camera di commercio è quello di lavorare accanto alla comunità delle nostre imprese per sviluppare un contesto sempre più favorevole in cui esprimere tutto il loro potenziale in termini di crescita della ricchezza e di opportunità di lavoro. A dispetto del vento contrario ai nostri Enti levatosi in questi mesi, sono convinto che nel prossimo futuro le responsabilità del sistema camerale sono destinate a crescere. Non a ridursi.

Le nuove disposizioni nazionali imporranno alle Camere di Commercio un forte processo di efficentamento e di riorganizzazione delle funzioni. Fondamentale sarà il dialogo che si andrà ad instaurare con la costituzione di un apposito tavolo con il Governo Provinciale volto al riesame dell’Accordo di Programma del 2005 che come noto razionalizza i rapporti fra la Camera di Commercio e la Provincia. Non tanto per richiedere risorse per compensare le minori entrate conseguenti alla citata riforma, ma per accrescere il proprio ruolo di perno dell’economia. Per portare a termine questa missione la Camera di commercio deve però essere ancora più credibile e capace di esprimere la forza del sistema economico che la sostiene. A partire da chi ha le maggiori responsabilità e deve dare l’esempio.

La via per dare risposte credibili sarà, pertanto, anche quella di rivedere profondamente meccanismi e strutture di governance. Il numero dei componenti gli Organi Camerali è davvero elevato e, dunque, quello dovrà essere uno dei primi ambiti nei quali intervenire, visto che un Consiglio - pur rappresentativo di tutte le categorie economiche - non necessariamente deve raggiungere i numeri attuali; nella stessa logica, si dovrà procedere nei confronti dell’organo esecutivo. Ma sempre tenendo in debito conto delle peculiarità del nostro Trentino e della sua economia nel cui ambito vi sono settori economici che debbono trovare adeguata rappresentanza non solo in Consiglio ma anche in Giunta Camerale. Ma non basta.

Anche i compensi degli organi dovranno essere rivisti e fortemente ridotti, direi dimezzati. Mi preme concludere con un auspicio che travalica le questioni di merito ed entra direttamente in quelle del metodo; mi auguro che questa nuova incipiente stagione della Camera di commercio possa accogliere in pieno i venti salutari di cambiamento e, soprattutto, di concretezza, che guardano con maggiore interesse ai fatti piuttosto che alle belle parole. Il mio auspicio, dunque, grazie anche al dialogo serrato e costante con le associazioni di categoria, i sindacati e i Professionisti, i consumatori e con tutti gli altri protagonisti a partire dall’amministrazione pubblica, è vedere la nostra Camera di commercio diventare il luogo d’incontro ideale e virtuoso tra la tradizione del sapere, il coraggio dell’innovare e la cultura del fare. Luogo nel quale tutte le realtà economiche, nessuna esclusa, debbono trovare spazi adeguati per promuovere e rappresentare i propri bisogni", conclude Bort.













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