Borgo, nuovo servizio pre e post-parto

All’ospedale San Lorenzo verrà attivata un’iniziativa con la collaborazione delle ostetriche per seguire le neo-mamme


di Marika Caumo


BORGO. Pre e post parto, si partirà da Borgo e Tione con una riorganizzazione che punta sulla figura centrale dell'ostetrica. L'assessore Ugo Rossi, nell'incontro con sindaci e Consiglio della salute prima e con l'assemblea della Comunità di valle poi per parlare dei problemi del San Lorenzo, ha ammesso la forte criticità in questo campo. Momenti delicati quelli dell'attesa e subito dopo la nascita, in cui la donna ha bisogno di una figura di riferimento. Ma c'è carenza "cronica" di ginecologi e quelli che ci sono non danno la loro disponibilità per lavorare negli ospedali periferici, giudicati "poco attrattivi". Per questo, come sottolineato dalla dottoressa Ferrario dell'Apss, si vuole rendere centrale la figura dell'ostetrica, implementando il servizio, la loro presenza sul territorio e favorendone la mobilità, trovando l'accordo con i sindacati, istituendo delle unità operative multizonali. «Si comincerà da Borgo, dove non c'è il punto nascite, e da Tione, dove abbiamo problemi per sostituire il primario e dove ci sono pochi parti», ha aggiunto l'assessore.

La ridefinizione dei servizi dell'area materna-infantile è al primo posto del Piano di miglioramento della rete ospedaliera, presentato ieri e predisposto dall'Apss che andrà ora in giunta provinciale per l'approvazione.

Per quanto riguarda le urgenze-emergenze invece non si torna indietro: saranno concentrate su Trento nelle ore notturne, mentre gli ospedali periferici punteranno sugli interventi programmati, che già ora sono oltre il 90% dell'attività, con l'obiettivo poi di dare una specializzazione ad ognuno, di modo che siano punto di riferimento provinciale per quel particolare intervento. Una riorganizzazione a livello provinciale, che coinvolgerà tutti gli ospedali periferici. Si tratta ora di definire tempi e modi. «Già oggi tutte le urgenze gravi e gravissime sono centralizzate a Trento, ma anche a Verona o Bolzano», ha spiegato il direttore dell'Apss Luciano Flor, avvalendosi di una serie di dati. Nel 2012, infatti, a Borgo gli interventi chirurgici ordinari sono stati 557, a cui va aggiunto il day hospital, e 5 gli interventi notturni (dalle 20 alle 8); a Cavalese si sono contati 505 interventi e 9 di notte, a Cles 716 con 34 urgenze notturne, a Tione 439 e 9 interventi la notte mentre Arco conta 431 interventi e 2 urgenze notturne. Tutti contano su una equipe formata da 1 primario e 4 chirurghi, con Arco che condivide il primario con Rovereto. Nel reparto di neurochirurgia del S. Chiara invece ci sono stati 1.288 interventi e 40 urgenze notturne. «I numeri sono simili su tutti gli ospedali periferici: c'è necessità di una riorganizzazione perché tutti funzionano con la reperibilità notturna di medici, anestesisti e strumentisti, in sala operatoria cioè fisicamente non c'è nessuno, portando quindi a Trento anche quei pochi casi di urgenze notturne registrate nell'anno», ha aggiunto. Ricordando che in questo modo si può intervenire prima, con maggior rapidità, qualità ed efficienza e che verrà mantenuta comunque la reperibilità per la consulenza chirurgica. «Per il momento la nostra chirurgia nel breve termine non sarà riorganizzata. Prima si faccia su altri territori e qui si diano servizi per il pre e post parto e ginecologia, promessi nel protocollo del 2006», ha spiegato quindi il presidente della Comunità Sandro Dandrea, riassumendo la posizione dei sindaci. «Ci hanno chiesto se 5 urgenze notturne sono numeri sufficienti per mantenere in piedi il servizio ma non abbiamo risposto, lasciamo ad altri territori farlo. Si cominci li a sperimentare la riorganizzazione. Sei anni fa hanno posto la stessa domanda su maternità, allora coraggiosamente fu appoggiata la scelta di chiudere in cambio di promesse non mantenute».

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