Boom di fallimenti, è allarme rosso

Sono quasi raddoppiati rispetto al primo trimestre del 2012. In difficoltà imprese di tutti i settori, anche nomi noti


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. Mentre il governo ha impiegato mesi per varare il decreto che permettesse di pagare le imprese creditrici, le aziende morivano come le mosche. E continuano a morire. In Trentino come nel resto d’Italia. Non si può più parlare di isola felice. Lo dimostrano i dati del portale dei fallimenti del Tribunale di Trento. Per capire quanto sia drammatica la situazione, basta guardare al dato totale. In tutto il 2012 sono state aperte 53 procedure concorsuali tra fallimenti e concordati preventivi, ovvero messa in liquidazione. Nei primi tre mesi del 2013 sono state ben 22 le procedure concorsuali avviate, 13 sono fallimenti e 9 i concordati. L’anno scorso le procedure avviate nei primi tre mesi erano state 12. Quest’anno sono quasi raddoppiate. Se si dovesse andare avanti con lo stesso ritmo, e la crisi economica non sembra dare molte speranze per il prossimo futuro, a fine si arriverebbe vicini a quota 100. Sarebbe uno dei risultati peggiori degli ultimi anni, se non il peggiore in assoluto. Un vero disastro. Una Caporetto delle imprese alla quale contribuiscono molti fattori. Non solo il calo generalizzato dei consumi, ma anche l’aumento della tassazione e la stretta creditizia tolgono ossigeno alle imprese.

A dimostrare che si tratta di una situazione generalizzata c’è anche l’elenco delle imprese coinvolte. Operano nei settori più disparati, segno che la crisi colpisce in maniera indiscriminata. Ci sono anche società blasonate e molto note che non hanno resistito. C’è stato chi si è arreso al fallimento e chi, invece, ha percorso la strada del concordato preventivo che, dopo le modifiche delle norme societarie, può essere permesso anche in continuità aziendale, ovvero senza la chiusura dell’attività.

A soffrire di più è, come sempre, il settore dell’edilizia, ma tra le aziende in forte difficoltà ci sono anche quelle del turismo, che fino a poco tempo fa sembrava salvarsi. Andando nel dettaglio si vede che, a partire dall’1 gennaio è andata in concordato preventivo la Valsugana Costruzioni di Castelnuovo, ha dichiarato fallimento, invece, la Habita costruzioni di Trento. Restando nello stesso ramo, è fallita anche la Termocasa di Trento. Tra i fallimenti anche quelli di molti titolari di imprese individuali. La Icas sas di Trento è in concordato preventivo. Il nome più noto tra le imprese entrate in difficoltà in questi primi tre mesi del 2013 è quello della Garbari spa, l’azienda del presidente dei costruttori di Confindustria. La Garbari è in concordato preventivo a termine.

Una situazione che ha creato scalpore e ha stupito molti, visto che si tratta di un’azienda storica che era anche andata fuori dal Trentino per lavorare. Scorrendo la lista, si vede che ci sono anche imprese del porfido, che ormai da un pezzo ha smesso di essere definito come l’oro rosso. La Montechiara Porfidi ha dichiarato fallimento, mentre la Odorizzi porfidi srl di Albiano, altro nome notissimo visto che l’amministratore delegato è Tiziano Odorizzi, ex consigliere provinciale dell’Upt, è in concordato preventivo a termine così come la Porfidi international di Civezzano.

Nella lista dei fallimenti ci sono anche due società di Mezzocorona che avevano lo scopo di costruire parchi cquatici. Si tratta dell’Acquapark Ronzone e dell’Acquapark Cassola. Fallita ache la Filia spa di San Michele all’Adige. Fallimento anche per la Panet sport srl di Tesero e l’Edilfortunato. In concordato preventivo, invece, sono la Fortglas sas, la Natura spa e la Geostistemi srl.

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