Boom degli affitti: addio al sogno della casa di proprietà

Gli addetti ai lavori: locazioni in aumento del 15% in 3 anni anche grazie all’effetto-tasse. Alloggi sfitti a quota 2.600


di Luca Marognoli


TRENTO. Addio casa di proprietà. Per le giovani coppie quello che era il sogno realizzato, magari con fatica, dai genitori è sempre più destinato a rimanere un miraggio. Lo afferma Marco Gabardi, presidente di Anama Confesercenti: «Negli ultimi tre anni gli appartamenti sfitti sono diminuiti, perché le famiglie che non sono in grado di comperare sono costrette ad andare in affitto. Succede per le coppie che hanno avuto un bambino e cercano una casa più grande, non necessariamente ai più giovani. Un altro fenomeno in aumento sono gli insoluti degli affitti: sono sempre di più i proprietari che hanno inquilini che non pagano, tanto che capita con frequenza crescente che il canone sia ridimensionato per concedere a chi c'è dentro di poterlo sostenere».

Secondo Gabardi, nell'ultimo triennio è aumentato del 15% il numero degli appartamento locati. «L'Imu sulla seconda casa spinge ad affittare, piuttosto che tenere fermo l’immobile. Si sono riaffacciati i piccoli investitori che comprano per dare in affitto, magari chiedendo un po' meno. Anche la cedolare secca ha sicuramente agevolato parecchio il mercato delle locazioni».

Paolo Biasioli, assessore all'urbanistica del Comune di Trento, stima in 2.600 (su circa 60 mila), gli alloggi sfitti in città. «Lo dicono le rilevazioni del servizio statistica della Provincia», spiega. «Erano 3.400 nel censimento 2001, cifra che comprendeva anche le case sfitte del Bondone, quelle non vendute dalle imprese e quelle non ancora affittate da Itea. Aspettiamo a breve i risultati dell’ultimo censimento per avere cifre più aggiornate».

Gli sfitti si aggirano dunque attorno al 4-5%: «Una percentuale abbastanza fisiologica - dice il vicesindaco - anche perché la mentalità del cittadino trentino è sempre stata di avere casa di proprietà e quindi chi ha la possibilità di affittare un immobile spesso non lo fa perché vuole tenerlo per il figlio, oppure non si sente tutelato. Recentemente abbiamo assistito anche al fenomeno di una cinquantina di famiglie che è andata ad abitare a Candriai».

La politica del Comune è di favorire la messa sul mercato degli immobili da locare: «In passato eravamo arrivati a proporre riduzioni dell’Ici per chi affittava a canone concordato. Era il cosiddetto “patto-casa”, che ora andrà un po' ripensato e potenziato, con agevolazioni fiscali per chi affitta entro una certa soglia di prezzo ma anche garantendo al proprietario che se un domani l'abitazione servisse per esigenze familiari ci sia la possibilità di non aspettare anni e affrontare magari delle cause giudiziarie».

La sofferenza delle famiglie è un dato di fatto: «Anche se i dati parlano di una trend degli sfratti giudiziari stazionario, la mia sensazione è che oggi ci sia sempre più gente che fa fatica a pagare gli affitti. Ci sono persone che vengono da me e dall'assessore Plotegher: la crisi si sente. Mille euro diventano difficili da pagare se uno perde il lavoro. Il canone moderato punta a dare delle risposte: l'idea è di arrivare, nei prossimi 5-6 anni, a 500 appartamenti, con altri 150 di social-housing. L'obiettivo è anche di calmierare i prezzi di affitto, perché la crisi non invoglia i proprietari ad abbassarli...».

Fabiano Condini, assessore alle attività economiche e ai tributi, conferma che «molti hanno deciso di affittare, e addirittura di vendere, in virtù dei carichi fiscali aumentati. Oltre all’Imu, c’è da pagare l’aliquota del 10,6 per mille, la massima applicabile, che il Comune ha deciso per gli alloggi sfitti da più di due anni, che non siano prima e seconda casa. Questo ha contribuito a mobilizzare il mercato».

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