TURISMO

Bondone, pur senza neve il turismo ha il segno più

Bilancio della stagione invernale dell’Apt: arrivi più 13 per cento, presenze più 11 A Sopramonte amministratori e albergatori tornano a parlare di qualificazione


di Sandra Mattei


TRENTO. I numeri fanno ben sperare. Sono quelli diffusi all’assemblea dell’Apt di Trento, Monte Bondone e valle dei Laghi che evidenziano l’aumento delle presenze turistiche del 8%, dalle 979 mila del 2013 al 1.019.000 del 2015. In particolare, per il Monte Bondone l’incremento è del 13% degli arrivi, con un più 11% di presenze, riferiti al periodo dicembre marzo.

Un dato più che positivo, se si pensa che la stagione invernale appena chiusa è stata tra le più avare di neve (le precipitazioni sono arrivate anche alla fine d’aprile, quando proprio se ne faceva volentieri a meno) con le prime nevicate a fine gennaio. Il ragionamento conseguente è che il Bondone può essere considerato un’attrazione consolidata per i turisti, oltre all’elemento neve ed allo sci. Considerazioni a commento del bilancio della passata stagione, che si legano al dibattito pubblico che si è tenuto giovedì sera a Sopramonte, dal titolo “Alcune idee per il Bondone” che ha visto tra i relatori il presidente della circoscrizione del Bondone Domenico Fadanelli, Roberto Cimadon del gruppo “La regola”, l’assessore all’ambiente Marika Ferrari e Alessandro Bettinelli e Armando Centeleghe, promotori del progetto “La cittadella del gusto”. Si dirà, l’ennesimo dibattito sul Bondone.

È vero. Ma l’elemento positivo è che si tenga alta l’attenzione, perché se le stagioni invernali sono destinate ad essere sempre più a rischio neve, il futuro del Bondone, come di tutte le montagne che raggiungono a malapena i duemila metri, va cercato in uno sviluppo alternativo allo sci. Sul fatto che manchi un progetto complessivo per la montagna di Trento, non è mistero. E lo ha sottolineato Domenico Fadanelli, presidente della circoscrizione nel suo intervento introduttivo, che ha illustrato le richieste dell’Asuc e le considerazioni della circoscrizione, per dire in sostanza due cose.

La prima: la montagna è stata considerata finora solo come economia turistica, con il conseguente abbandono della terra e la soddisfazione degli interessi delle categorie degli albergatori e degli impiantisti.

La seconda: va recuperata la dimensione naturale, tutelando anche le malghe, istituendo il Parco Naturale del Monte Bondone, pur non a discapito delle altre attività.

Considerazioni che trovano in sintonia anche Alberto Barbieri, l’albergatore a presidio del Bondone con il suo “Montana” aperto tutto l’anno. Barbieri conferma: «Abbiamo tenuto bene, pur in mancanza di neve. E bisogna ringraziare Trento Funivie per il lavoro egregio fatto, perché l’assenza di precipitazioni fino a febbraio è stata drammatica. Questo significa che non occorrono 200 chilometri di piste per attirare turisti e che contano altri fattori, come l’accoglienza, l’animazione, il wellness. Ma non si può dormire sugli allori».

Per Barbieri anche l’analisi dei dati, che va approfondita. «Non ci si può basare solo sull’aumento degli arrivi - afferma - io vorrei sapere quanti letti sono occupati rispetto ai posti potenziali e andrebbero anche scorporati i dati degli alberghi dall’extra-alberghiero. Inoltre, sarebbe d’aiuto avere un confronto con le altre località al nostro livello, come la Paganella, Brentonico».

Per quanto riguarda la tenuta della montagna, a livello turistico ed il suo sviluppo futuro, Barbieri aggiunge: «Continuo a pensare che manchi un marchio che identifichi l’offerta del Bondone. Un luogo non può limitarsi a offrire da mangiare da dormire, deve definire un prodotto, darsi un marchio, un’identificazione precisa. Se un turista decide di andare in montagna, la scelta successiva sarà in base a cosa offre di particolare. Ad esempio, il Bondone potrebbe caratterizzarsi come la migliore scuola da sci per i bambini. Ma ci vuole una visione e ci vuole una progettazione condivisa su questa idea, mentre ci sono contrapposizioni dure a morire e noi albergatori passiamo come i deturpatori di territorio, quando siamo noi a presidiare la montagna, al pari di altre attività. Si vuole puntare sul parco naturale? Noi siamo i primi a volere difendere l’ambiente, perché è la ricchezza primaria, anche per noi».













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