Bondone, piano fantasma e investimenti «bloccati»

Il Comune non voterà la ricapitalizzazione. Condini: «Incidente di percorso, non potevamo aspettare il masterplan. L’alternativa? La liquidazione della società»


di Chiara Bert


TRENTO. «Le preoccupazioni sul futuro del Bondone le abbiamo tutti e riguardano l’assenza di un piano chiaro di rilancio. Ma purtroppo non c’era tempo di aspettare il masterplan, Trento Funivie premeva per la ricapitalizzazione. L’alternativa qual è? Mettere in liquidazione la società e chiudere gli impianti? Non mi sembra responsabile». L’assessore Fabiano Condini prova a minimizzare lo stop del consiglio comunale alla delibera sul rifinanziamento di Trento Funivie (operazione a cui, per altro, il Comune non partecipa): «È stato un incidente di percorso, c’erano degli assenti giustificati a cui si sono aggiunte delle assenze tattiche e alla fine è mancato un voto, succede, sarebbe preoccupante se fosse un “no” vero. Dal punto di vista formale il Comune, essendo socio di minoranza, non fa mancare nulla alla società perché il nostro voto non è determinante ai fini della ricapitalizzazione. Certo è che all’assemblea dei soci non potremo esprimere parere favorevole».

L’operazione che concede altri soldi pubblici a Trento Funivie (2,7 milioni di euro da parte della Provincia attraverso Trentino Sviluppo) dunque andrà avanti. Ma politicamente il mancato sostegno del Comune capoluogo pesa come un macigno sul rilancio della montagna cittadina. E richiama alla memoria il 2008, quando l’assessore Maurizio Postal, commercialista prestato alla politica e unanimemente apprezzato, fu costretto alle dimissioni perché “sfiduciato” proprio su Trento Funivie, accusato dal centrodestra (e da una parte della maggioranza) di aver taciuto al consiglio il dissenso del revisore dei conti di nomina comunale sul bilancio della società, rifinanziata appena due mesi prima dal Comune con 2 milioni di euro.

La situazione oggi è in parte diversa, con il Bondone che negli ultimi anni ha registrato sul fronte turistico timidi segnali di ripresa, ma in ballo c’è, ancora una volta, un esborso contestato di risorse pubbliche a favore degli impiantisti. E un forte impegno finanziario chiesto a fronte dell’ennesimo salto nel buio. Il masterplan, il piano di rilancio commissionato dalla Provincia a Trentino Sviluppo, è pronto ma il Comune non l’ha ancora visto. Non lo ha visto la giunta e men che meno i consiglieri chiamati a votare la delibera. La mega-funivia che dovrebbe collegare Trento a Vaneze e Vason è ancora un progetto senza certezze. In aula mercoledì le critiche sono piovute, durissime, dal centrodestra. Ma preoccupazioni e contrarietà sono emerse anche nella maggioranza. «Capisco - ammete Condini - i timori li abbiamo tutti. Ma questo passaggio andava fatto, ce l’ha chiesto la società pressata dai sindaci. Questa delibera prendeva atto di ciò che è stato finora, il Bondone ha sicuramente delle debolezze, errori del passato e una dimensione piccola che non consente di fare concorrenza ai caroselli sciistici. Ma il suo punto di forza sta nella vicinanza alla città. Tutte le società degli impianti sono in deficit, ora dobbiamo guardare avanti». L’alternativa sarebbe mettere in liquidazione Trento Funivie. Non mi sembra responsabile...».

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