Bolzano dice no alla festa per l'Unità d'Italia, scontro tra Pd e Svp

Durnwalder: gli assessori italiani festeggiano a titolo personale, non rappresentano la Provincia


Davide Pasquali


BOLZANO. Il presidente Durnwalder  non ha lasciato adito a dubbi: «La giunta provinciale - ha dichiarato al termine della seduta del lunedì - non prenderà ufficialmente parte a nessuna celebrazione in occasione del 150º anniversario dell'unità d'Italia. Né a Roma, né in Alto Adige. Ma non vogliamo offendere le sensibilità di nessuno: non è nostra intenzione vietare o limitare in alcun modo le manifestazioni di associazioni o istituzioni. E naturalmente, se i rappresentati politici italiani vorranno prendere parte a delle celebrazioni, hanno il permesso di farlo, ma non rappresenteranno la Provincia, ci andranno in veste privata. Per quanto riguarda i Trentini, se vorranno partecipare alla mostra delle Regioni nella Capitale, lo facciano pure, ma come rappresentanti della Provincia di Trento e non certo a nome dell'intera Regione». Il governatore altoatesino ha inoltre motivato la sua decisione, spiegando: «Nessuno può pretendere che i sudtirolesi, minoranza austriaca, festeggino l'unità d'Italia. Non abbiamo partecipato al Risorgimento, non abbiamo chiesto di far parte dell'Italia né nel 1919, né nel 1945. Abbiamo solo accettato il compromesso dell'autonomia. Se gli italiani dell'Alto Adige vogliono, festeggino pure. Noi, come sudtirolesi, non festeggeremo». Durissima la presa di posizione sia delle destre italiane, sia del segretario provinciale Pd Antonio Frena: «Le parole del presidente Durnwalder sulla mancata partecipazione della Provincia di Bolzano alle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia sono assolutamente fuori luogo». Non sono appropriate «perché non ha il diritto di calpestare le coscienze di tanti cittadini, rivestendo il ruolo che ha». Comunque sia, ieri la giunta ha deciso, nonostante il vicepresidente, Christian Tommasini (Pd), abbia espresso le sue perplessità, ma senza voler esacerbare gli animi. «Personalmente - ha dichiarato ieri in serata l'assessore alla cultuta italiana - parteciperò di certo alle iniziative che verranno svolte, anche a livello locale, in rappresentanza della comunità italiana dell'Alto Adige». Capisco, ha proseguito il vicepresidente, «che questo evento non scaldi il cuore di molti cittadini di madrelingua tedesca, ma di certo non è un evento contro nulla e contro nessuno. Non vogliamo peraltro che un'occasione importante come i 150 anni dell'unità d'Italia si trasformi in un momento di tensione e tantomeno in una questione etnica. Questa deve essere un'occasione gioiosa e di festa, la festa di tutti». Tommasini tiene inoltre a specificare: «Non è affatto vero che in Alto Adige non si terranno manifestazioni ufficiali. Soltanto per citare la più significativa, il 17 marzo, festa nazionale, all'Auditorium Haydn si terrà un momento ufficiale di festeggiamento, cui parteciperò in prima persona: un concerto della fanfara dei carabinieri». Precisa infine che «le numerose manifestazioni culturali si terranno alla biblioteca provinciale Claudia Augusta e non in una succursale di quartiere, come equivocato da qualche poco avveduto esponente della destra».

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