Bilancio, «ballano» oltre 250 milioni

Ires, Iri, super-ammortamenti. Ma anche la crescita del Pil e gli avanzi: ecco le incognite della manovra statale sul gettito


di Chiara Bert


TRENTO. Le incognite sono ancora molte, a ballare sono oltre 250 milioni del bilancio provinciale. Da settimane ormai gli uffici di Piazza Dante sono alle prese con le simulazioni dell’impatto, sulle finanze trentine, delle scelte che il governo inserirà nella legge di bilancio. Oggi un primo quadro sarà presentato alla Prima commissione, il cui presidente Mattia Civico (Pd) ha sollecitato il governatore Ugo Rossi ad anticipare alcune delle ricadute della manovra nazionale a livello locale. Anche perché quest’anno - lo ha ricordato qualche giorno fa lo stesso Rossi - la Finanziaria nazionale rischia di essere ancora più condizionante del solito. Tanto che i tempi si sono allungati e la giunta approverà la propria manovra solo l’11 novembre.

GLI AVANZI. Il primo punto di domanda, in termini finanziari, riguarda il braccio di ferro in corso sui 200 milioni di avanzi di spesa di Provincia e Comuni, messi a rischio dopo che il governo la scorsa settimana ha impugnato la norma dell’assestamento di bilancio della Provincia con cui si dava il via libera all’utilizzo di questi soldi. Una norma che per Roma confligge con i vincoli del pareggio di bilancio che impongono agli enti locali di spendere ogni anno le risorse a disposizione. Un tesoretto che per i Comuni trentini vale 49 milioni di euro, inseriti nel fondo strategico territoriale per le opere pubbliche ma che oggi sono «congelati». La trattativa tra Trento e Roma è avviata, ieri anche il presidente della Commissione dei Dodici Lorenzo Dellai ha incontrato il sottosegretario agli affari regionali Gianclaudio Bressa, prospettando un chiarimento che potrebbe avvenire - spiega Dellai - «con un’integrazione all’Accordo di Roma del 2014 da inserire nella prossima legge di bilancio statale, dopo un’intesa con le Province di Trento e Bolzano».

TASSE ALLE IMPRESE. Altra incognita, la tassazione alle imprese e il conseguente impatto sul gettito provinciale. Cominciando da un capitolo che dovrebbe essere sicuro: l’Ires. Il governo prevede di ridurre l’imposta sul reddito delle società dal 2017 dal 27,5% al 24%, una riduzione che per la Provincia significa una minore entrata di circa 30 milioni, già calcolati visto che la misura era stata annunciata già lo scorso anno. Nelle ultime ore gli uffici sono stati impegnati a quantificare l’impatto di altre due voci. La prima è la riduzione delle entrate legate ai super-ammortamenti per gli acquisti effettuati dalle imprese e agli iper-ammortamenti (per attività di ricerca). La seconda è l’Iri, l’imposta sul reddito dell’imprenditore ipotizzata al 24% per le partite Iva, le ditte individuali e le società di persona, che andrebbe ad equiparare la tassazione delle società non di capitali a quella delle società di capitali: le ultime notizie filtrate da Palazzo Chigi parlano di una possibile compensazione con l’Ace, il contributo per la patrimonializzazione delle imprese, ma non ci sono ancora certezze e la Provincia si sta attrezzando mettendo a bilancio una cifra prudenziale.

PIL. C’è poi da considerare la variabile delle stime di crescita del Paese, «che impatta sulle entrate provinciali visto che riceviamo una quota delle entrate nazionali», ricorda il direttore generale della Provincia Paolo Nicoletti. Il governo con il ministro dell’Economia Padoan è tornato a difendere la crescita all’1% nel 2017, ma gli osservatori finanziari hanno espresso dubbi sulla possibilità di centrare l’obiettivo e indicano stime tra lo 0,6% e lo 0,8%. Per il bilancio provinciale il mancato gettito potrebbe aggirarsi, volendo essere ottimisti, attorno ai 10 milioni di euro. E resta da capire se il governo Renzi inserirà nella manovra anche un bonus per le famiglie con figli, legato al quoziente familiare come si è vociferato negli ultimi giorni. In questo momento però non è previsto, fanno sapere da Piazza Dante, e dunque non ci sono cifre conteggiate.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano