Bezzi fa a pezzi Panizza: la sua è una magnadorina

Si infiamma la campagna per il collegio di Trento. Il portacolori del Pdl attacca l’assessore: «Voto di scambio con i contributi e cultura trasformata in folclore»


di Luca Marognoli


TRENTO. Sperperatore di risorse pubbliche pro domo sua, protagonista di una «magnadorina» che nasconde una compravendita di voti a base di contributi, fautore di una visione culturale «ridotta a folclore». Giacomo Bezzi vomita sull’assessore Franco Panizza tutta la bile che solo in campagna elettorale, e per di più tra ex autonomisti, si può produrre. Il conto alla rovescia verso il voto sta per scendere sotto le due cifre e la campagna elettorale per il collegio senatoriale di Trento si infiamma. Il fair-play è vietato: sono ammessi tutti i colpi, meglio se sotto la cintura.

«Il mio avversario aveva annunciato che si sarebbe dimesso e non l’ha fatto», si sfoga l’ex presidente del consiglio portacolori del Pdl. «Promette mari e monti con soldi pubblici: contributi alle associazioni, alla cultura, per feste e gite... Tante belle cose, ma è come un voto di scambio». Invece? «Invece in campagna elettorale ci vorrebbe più senso della misura e correttezza, soprattutto in un momento di crisi in cui la Provincia ha bisogno di cure dimagranti. Lui pensa che sia giusto così: è lì da 30 anni, da quando partì come segretario di Tretter, ma questo sistema non è più accettabile. E' immorale, non è etico. Questa non è la politica dei contenuti, ma dello sperpero rispetto anche ad ambiti molto settari, con associazioni di riferimento che non interpretano la totalità del mondo culturale trentino. E poi sono stati spesi troppi soldi per il centenario della prima guerra: si poteva fare con un rigore più tipico della nostra storia».

C’è di più: secondo Bezzi, Panizza sfrutterebbe in maniera impropria l'apparato pubblico. «Abbiamo segnalazioni che usa i telefoni dell'assessorato per farsi la campagna: credo che raccoglieremo qualche testimonianza». In attesa di (eventuali) prove ci sono le insinuazioni: «In Val di Non il suo protagonismo è lontano dal rigore che vuole la gente. Ma a chi se la guadagna tutti i giorni danno fastidio queste “magnadorine” di scarso profilo. Ci vuole più rispetto nei confronti di chi non riesce a mettere assieme il pranzo con la cena e anche di chi interpreta la cultura in maniera più aperta: con lui diventa una cosa quasi personale e di pochi amici. Il Trentino, invece, ha bisogno di volare alto».

Mai provato a fare i conti in tasca al suo avversario? «In questi 30 anni Dellai e Panizza hanno prodotto un indebitamento della Provincia di Trento di 4,5 volte superiore a quella di Bolzano. Loro vanno a Roma e qui rimane un debito che non ci permette di fare investimenti. Sa cosa ha prodotto questa politica?». Cosa? «Strette di mano, è quello che fa Panizza ogni domenica: partecipare a dieci feste e correre da una all’altra».

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