economia

«Baby pensionati, giusto contribuire»

Pomini della Cisl: «Ma per assegni elevati e con una revisione del sistema». Ianeselli della Cgil: «Tutelare quanto versato»


di Matteo Ciangherotti


TRENTO. “Ben venga il contributo di solidarietà, a patto che questo sia commisurato a importi pensionistici davvero consistenti e che tenga conto degli effettivi contributi versati. Detto questo, la solidarietà senza equità non può funzionare. Ecco perché il contributo di solidarietà dovrebbe collocarsi all'interno di una seria revisione del sistema pensionistico che garantisca l'equità e che si accompagni alla lotta all'evasione fiscale”. Il segretario generale della Cisl trentina Lorenzo Pomini ha le idee chiare su chi e su come si dovrebbe intervenire in materia di pensioni.

Il presidente dell'Inps Tito Boeri ha appena rilanciato l'ipotesi di un contributo di solidarietà da parte dei pensionati con maggiore anzianità – quelle baby pensioni che percepiscono l'assegno da almeno 36 anni – e con un trattamento “generoso”. Sintetizzando, Boeri si è rivolto ai baby pensionati d'oro. Chi riceve da troppi anni – con quel regalo politico che consentì il pensionamento con 14 anni 6 mesi e un giorno di contributi alle donne sposate con figli e 20 anni per gli statali – una pensione elevata deve contribuire. Soprattutto pensando a quei “poveri” giovani a cui la pensione sembrerà davvero un miraggio.

“Concessioni eccessive fatte in passato che oggi pesano sulle spalle dei contribuenti”, ha ribadito Boeri. Il Governo, che pure lo ha nominato Boeri, non ci sente e il ministro del lavoro Giuliano Poletti ha liquidato il presidente dell'Inps con un secco “il contributo c'è già, non alimentiamo incertezze”.

“Il Governo si è sempre dimostrato molto sordo sulle istante pensionistiche – chiarisce Pomini – a partire dalla revisione sul sistema di calcolo. La legge Fornero non è stata accompagnata da altri risparmi come per esempio interventi efficaci sulle pensioni dei parlamentari o sui vitalizi dei nostri consiglieri regionali, per esempio. Il Governo Renzi sbaglia a non affrontare l'argomento, così si alimentano soltanto aspettative in modo inutile, aspettative che vengono puntualmente deluse. L'Inps continua – conclude il segretario della Cisl – a sostenere in modo improprio il sistema statale; l'assistenza, per esempio, deve derivare dalla fiscalità generale e non da voci improprie sottratte all'Inps. Per questo, anche alla salute del sistema pensionistico, sarebbe molto utile un progetto serio che contrasti l'evasione fiscale”.

Più cauto il segretario della Cgil trentina Franco Ianeselli: “Il rischio della proposta di Boeri riguarda sicuramente la soglia delle pensioni “da tagliare”; se guardiamo al Trentino, 2500 euro di assegno lordo, per carità è una buona pensione, ma non certamente d'oro (secondo i dati pubblicati ieri dal nostro giornale sarebbero circa 14 mila i pensionati trentini oltre i 2500 euro ndr). Non bisogna poi tralasciare l'aspetto contributistico: se un pensionato riceve un assegno alto perché calcolato in base agli effettivi contributi versati, allora è giusto che continui a riceverlo”.

Per Walter Alotti, segretario Uil, il contributo pensionistico di solidarietà si può fare “a patto che si intervenga su baby pensioni, pensioni d'oro, comprese quelle dei parlamentari, e su chi percepisce più di un assegno; che non si chieda un contributo sempre ai soliti noti e che si programmi seriamente una serie di azioni sull'evasione fiscale”.













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