l'omicidio a Roma

Avio, assassinato il parrucchiere dei vip

Mario Pegoretti, 61 anni, ucciso a sassate in un parco della capitale. Ogni anno tornava nel suo paese dalle sorelle


di Giancarlo Rudari


AVIO. Sgomento e dolore ad Avio per la scomparsa di Mario Pegoretti, 61 anni. L’uomo, da anni residente nella capitale, è stato ucciso a sassate in un parco di Roma. Orribile la scena che si è presentata ai soccorritori richiamati da un passante che faceva jogging: l’uomo aveva il cranio fracassato, il corpo, nudo dalla vita in già e coperto con una giacca, riverso in una pozza di sangue. Un omicidio terribile che non ha ancora un colpevole. I carabinieri non trascurano alcuna pista valutando le varie ipotesi all’origine dell’assassinio: dalla rapina finita in tragedia all’omicidio maturato durante un incontro sessuale. Il corpo di Pegoretti è stato rinvenuto nella Pineta Sacchetti, in una zona frequentata di giorno da amanti dello sport e dalle mamme con i bambini, ma che di notte si trasforma in un ritrovo di ragazzi di vita, transessuali, guardoni, tossicodipendenti.

Pegoretti, nato a Merano ma fin da piccolo residente ad Avio dove ha frequentato tutte le scuole e dove vivono le sorelle che veniva a trovare spesso, da giovane si era trasferito a Roma per arruolarsi nei corazzieri. Dopo qualche anno in servizio nell’Arma dei carabinieri, si era congedato per intraprendere una nuova professione: quella del parrucchiere e del truccatore dei vip, personaggi del mondo del cinema e dello spettacolo, sul set con registi famosi e attori di fama internazionale. Mario Pegoretti, dopo la separazione dalla moglie avvenuta qualche anno fa, era andato ad abitare nel quartiere Tuscolano dove condivideva un appartamento con due amici. Sabato sera era uscito di casa dicendo ai suoi coinquilini che sarebbe andato al cinema, ma secondo quanto accertato dai carabinieri, non c’è mai stato. Invece si è diretto verso Pineta Sacchetti che dista pochi chilometri dall’abitazione dell’uomo. Perché Pegoretti ha cambiato programma? Perché ha scelto di recarsi in quel luogo piuttosto che andare al cinema? Era da solo o in compagnia di un’altra persona? Interrogativi che ancora non hanno una risposta. A rendere ancora più fitto il mistero che avvolge l’assassinio del sessantenne aviense, una telefonata arrivata al 112 nella notte tra sabato e domenica: una voce maschile anonima aveva chiesto aiuto per una persona che stava male nel parco. Ma all’arrivo della pattuglia non c’era nessuno e il buio ha reso impossibile, anche perché la segnalazione non dava altre indicazioni, effettuare ulteriori controlli e accertamenti. Chi ha avvertito i carabinieri? Ha chiamato un testimone? Oppure a telefonare è stato l’assassino che aveva colpito il truccatore senza volerlo uccidere?

Soltanto la domenica mattina è stata effettuata la terribile scoperta da un podista che correva lungo i sentieri nella pineta non lontani dalla strada. Chi ha ucciso Pegoretti potrebbe averlo rapinato visto che non sono stati trovati portafoglio con i soldi, i documenti d’identità ed il telefonino. L’auto della vittima, una Smart, era ancora parcheggiata, chiusa, all’ingresso del parco. Sul movente dell’omicidio gli investigatori stanno battendo tutte le piste possibili, ma il giallo non si presenta di facile soluzione vista la scarsità degli elementi in possesso dei carabinieri. Una traccia utile potrebbe venire dal traffico telefonico della vittima o dal suo profilo facebook. «Mario - raccontano gli amici - era una persona perbene, era molto religioso e legatissimo alla famiglia. Quando usciva la sera era solito rincasare presto, anche durante i week end. Aveva lavorato nel cinema, come parrucchiere, anche in produzioni importanti sia in Italia che in Marocco dove andava spesso. Era un tipo inoffensivo e non avrebbe fatto male ad una mosca. Figurarsi se potrebbe aver reagito ad un rapinatore. Non possiamo credere che sia stato ucciso e in un modo così violento». E a non volerlo credere lo sono anche i familiari e gli amici di Avio...

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