Autobus gratis? A Trento gli studenti lanciano il "ticket crossing"

L'idea è di disobbedire alla "non cedibilità del tagliando", azione sanzionabile, per fare fronte "all'aumento del costo dei biglietti cittadini, scambiandoli con altri utenti dopo averli timbrati per una corsa



TRENTO. Una campagna di raccolta dei biglietti dei bus usati, da cedere a nuovi viaggiatori, perché non sfruttati per tutti e 70 i minuti di validità: è il ticket crossing, pratica sperimentata in alcune città europee, anche italiane, proposta a Trento dal centro sociale Bruno e dal collettivo studentesco.

L'idea è di disobbedire alla "non cedibilità del tagliando", azione sanzionabile, per fare fronte "all'aumento del costo dei biglietti cittadini (passati da 90 centesimi di euro a 1 euro da marzo).

Una decina di giovani quindi ha posto dei contenitori, cioè bottiglie di plastica tagliate a metà e legate con una stringa ai pali elettrici, alla fermata davanti alla stazione ferroviaria, annunciando di distribuirne altri in città.

"L'iniziativa - hanno spiegato - è per la mobilità democratica, contro chi dice che in Trentino la crisi è risolta e verso lo sciopero generale del 6 maggio indetto dalla Cgil". Prevedibilmente contrari il presidente della società che gestisce il trasporto pubblico, Franco Sebastiani, e l'assessore provinciale competente, Alberto Pacher.

"Il costo della corsa a Trento - hanno replicato - è tra i più bassi d'Italia" e "l'uso del biglietto già obliterato è giuridicamente perseguibile, perchè non è cedibile" ha aggiunto Sebastiani.

"Il ricavo delle vendite dei biglietti - ha concluso Pacher - copre il 20% dei costi; è un servizio pubblico e sociale prima di essere un ritorno economico".













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