rovereto

Autisti in rivolta: "Stop ai bus di notte"

Dopo l’ultimo episodio a Mori chiedono maggiore sicurezza. La priorità è evitare il contatto diretto con i passeggeri


di Daniele Erler


ROVERETO. «Vogliamo dare un segnale forte, perché non è la prima volta che succedono fatti di questo tipo. Se non ci sono le basilari misure di sicurezza, i lavoratori di Trentino Trasporti non effettueranno più il servizio notturno su quella tratta». A dirlo è Nicola Petrolli, segretario generale di Uil Trasporti del Trentino. Ed il riferimento è alla rissa, scoppiata a Mori sull’autobus di ritorno dalla Ganzega (vedi Trentino del 7 ottobre).

Il fatto aveva avuto una certa rilevanza mediatica, perché il filmato della rissa era stato condiviso su Facebook. Ma - a sentire Petrolli - sarebbe stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, in un lavoro che è sempre più pericoloso. Piccole risse fra passeggeri, soprattutto in occasione delle feste. Ma anche bottiglie rotte, insulti rivolti agli autisti o vomito. Episodi che si ripetono ogni sabato sera, soprattutto sulle linee 5 e 6, fra Nomi, Rovereto, Mori (e ritorno). E ad essere coinvolti sono soprattutto i giovani, non solo extracomunitari, ma anche italianissimi. Soprattutto a causa del troppo alcool.

«Così non si può più andare avanti - commenta Petrolli - ci si deve svegliare, prima che succeda qualcosa di più grave ancora. Serve un segnale forte anche dalla politica. Deve decidere se intende spendere per la sicurezza. In caso contrario, siamo pronti ad aprire una vertenza, ad avvisare il Commissariato del Governo e a smettere di effettuare il servizio notturno».

Le possibili soluzioni ci sono. A Rovereto esistono alcuni strumenti, ma paradossalmente non sono mai stati attivati. «Sui mezzi - spiega Petrolli - è presente un pulsante per collegarsi con le forze dell’ordine in caso di emergenza. Questo permetterebbe di allertare chi di dovere in caso di problemi di ordine pubblico, senza essere notati dagli eventuali provocatori che, di fronte ad un autista visibilmente intento a telefonare alla polizia, potrebbero invece reagire male».

Il pulsante è già montato ed è potenzialmente funzionante. Peccato però che non sia mai stato attivato, nonostante gli episodi più volte segnalati dagli autisti: «L’azienda ha spiegato che le forze dell’ordine non sono disponibili ad effettuare questo tipo di servizio - commenta Petrolli - ma, se è vero, ci si dovrebbe attivare per trovare una soluzione: magari avendo a disposizione delle guardie giurate negli orari più pericolosi». Invece la situazione attuale è che negli orari notturni, salvo particolari eccezioni, si preferisce risparmiare anche sulla presenza di controllori.

Altra richiesta è di poter avere un sistema di videosorveglianza su ogni mezzo. Gli autisti chiedono inoltre di non avere più un contatto diretto con i passeggeri: basterebbe montare la protezione su ogni autobus, con spese tutto sommato limitate. E soprattutto pensare a questa esigenza quando si acquistano i nuovi mezzi, che dovrebbero essere acquistati - suggeriscono gli autisti - solo con le dovute protezioni.

«La situazione attuale - conclude Petrolli - è che il personale impiegato il sabato sera si trova a lavorare malissimo e non soltanto per via dell’orario. Si trovano a convivere con l’ansia che possa succedere qualcosa, di fatto rischiando la pelle per pochissimi soldi.

Quello della sicurezza sui mezzi pubblici rimane una questione prioritaria. Come Uil Trasporti da sempre ci impegniamo avanzando, al riguardo, svariate proposte di investimento (telecamere a bordo dei mezzi, presidi di controllori e forze dell’ordine nelle ore più “calde”). Tutti interventi che servano a contrastare i sempre più numerosi disordini legati ai comportamenti criminali di una certa utenza. Con la massima fermezza, inoltre, appoggiamo i lavoratori nella decisione di non effettuare più il servizio notturno senza l’attivazione delle più basilari misure di sicurezza».

In attesa di una risposta, comunque, il servizio per questo sabato sarà regolare.

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