Attaccata nave italiana, a bordo un trentino

Tra i quattro dipendenti di una società italiana di security figurerebbe anche un trentino: la Farnesina sinora non ha rivelato il suo nome



TRENTO. Ultimo contatto alle 6.45 di stamani. Poi il silenzio. Ma quel contatto, un segnale d'allarme lanciato premendo un pulsante d'emergenza, ha detto ciò che era successo: la "Montecristo", una nave da 56.000 tonnellate della compagnia livornese D'Alesio, è stata attaccata, e quasi sicuramente presa, dai pirati al largo delle coste della Somalia.

Il comandante, il veneziano Diego Scussat, una trentennale esperienza di navigazione, ha fatto in tempo a dare così l'allarme alla sala operativa della compagnia e, subito dopo, a mettersi in contatto telefonico con il comando interforze che assicura la navigazione in quell'area per riferire cosa stava accadendo. Una imbarcazione con cinque pirati a bordo stava arrivando sottobordo. Non ci sono conferme se siano stati o meno esplosi colpi d'arma da fuoco.

Il silenzio non fa ben sperare: troppe ore trascorse senza dare alcun segno per non pensare che la nave sia stata catturata. A bordo della'Montecristo' ci sono 23 persone: 16 tra ucraini ed indiani e sette italiani. Oltre al comandante Scussat, l'ufficiale di coperta Stefano Mariotti e l'allievo ufficiale Luca Giglioli, entrambi di Livorno. Gli altri quattro italiani sono addetti alla sicurezza della nave: senza armi, ma sono gli esperti che si occupano delle situazioni di emergenza. Sarebbero originari di Sardegna, Campania e Trentino.

"Quello che ci interessa in questo momento è portare in salvo i membri dell'equipaggio. Il resto sono numeri e carte", dice l'armatore Nello D'Alesio: "E' la prima volta che accade una cosa del genere ad una nostra nave. Sapendo che quelle rotte sono pericolose il personale ha seguito anche alcuni corsi, anche se la speranza è sempre che non serva".

La Montecristo è una portarinfusi impiegata su grandi rotte internazionali. A bordo ha un carico di rottami ferrosi destinati in Vietnam, nel porto di Phu My. Partita da Liverpool il 20 settembre ha oltrepassato il canale di Suez e nel Golfo di Aden è stata scortata da una nave giapponese. Sarebbe stato proprio appena finito il servizio di scorta che il barchino dei pirati ha attaccato la nave italiana. La vicenda è seguita "con la massima attenzione" dalla Farnesina in contatto con l'armatore e "con tutti gli attori istituzionali coinvolti".

"Stiamo monitorando con la consueta cautela per non mettere in nessun modo a rischio la sicurezza dell'equipaggio", ha detto il ministro degli esteri, Franco Frattini. "Si presume - ha aggiunto - che il sequestro sia riuscito e questo significa prepararsi a una fase moto delicata di accompagnamento della nave, senza azioni di forza che in questi casi possono esporre a grave pericolo l'equipaggio".













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