Aree dismesse, la Comunità decisa a valorizzarle

Rotaliana, avviato uno studio sulle nuove destinazioni L’assessore all’urbanistica Brugnara: «Il Pup va modificato»


di Daniele Erler


ROTALIANA. Sul territorio della Rotaliana esistono varie zone, che sono indicate dal piano urbanistico provinciale come aree produttive, ma che si trovano ora in stato d'abbandono. La causa è probabilmente la crisi. Sulla cartina, queste aree sono anche delle zone che meriterebbero una riqualificazione dal punto di vista paesaggistico; magari con una nuova destinazione urbanistica. In attesa che la discussione politica provinciale definisca l'eventuale riforma delle comunità di valle, nella sede di Mezzocorona (e nel contesto generale del piano territoriale di comunità) si sta pensando d'intervenire proprio sulle aree produttive abbandonate. Il percorso è stato suggerito nelle discussioni che, nei mesi scorsi, hanno impegnato diversi portatori d'interesse, riuniti intorno ad un tavolo convocato appunto dalla comunità di valle.

L'idea è stata così presa in carico dall'assessore all'urbanistica, Andrea Brugnara, che però specifica: «eventuali interventi dovranno essere concordati con la Provincia, perché andremmo a modificare il piano urbanistico provinciale». Ma, conferma, «c'è tutto l'interesse per sbloccare, dal punto di vista urbanistico, quelle aree che non sono utilizzate». Ovvero: alcune zone meritano un aggiornamento ed una riqualificazione, rispetto a destinazioni d'uso che non sono più attuali.

In questi mesi, la comunità di valle – che già ha approvato il documento preliminare al piano territoriale (lo si trova anche online) – sta così portando avanti degli studi su quali possano essere le nuove destinazioni. Su come, ovvero, disegnare il territorio nel prossimo ventennio. Gli studi sulle aree produttive sono partiti in realtà nel 2012, ed i dati si ritrovano nel già citato documento preliminare. Si evince che (al netto di variazioni) le aziende sugli otto comuni sono 352, di cui 66 a titolarità individuale e 286 in società. Ma non mancano aree che sono ormai abbandonate, o del tutto inutilizzate: è proprio su queste zone che si sta concentrando l'attenzione della comunità. Soprattutto in quei casi, come succede ad esempio a Faedo, in cui esse si trovino abbandonate, in una zona isolata, immersa nel territorio agricolo e vocato alla viticoltura. In questi casi, si legge nel documento preliminare, si potrebbe pensare ad una riqualificazione, come area agricola primaria. Intanto, entro luglio (come prevede la legislazione provinciale), dovrà arrivare una risposta anche sui bisogni commerciali della Rotaliana, con l'indicazione di eventuali ampliamenti. La sensazione – anticipa l'assessore Brugnara – è che gli studi possano evidenziare come il bisogno sia attualmente già soddisfatto, e che quindi nuove zone commerciali non siano necessarie.













Scuola & Ricerca

In primo piano