Aperture domenicali, avanti tutta

La grande distribuzione accelera in attesa delle decisioni del Tar sui ricorsi: l’unica chiusura prevista solo a Pasqua



TRENTO. Il sito di Mediaworld parla chiaro: da qui a maggio il negozio di elettronica di Trento Nord sarà aperto tutte le domeniche, con l’unica esclusione del 31 marzo. E si capisce: è la domenica di Pasqua. Altro che aperture straordinarie, come recita la “finestra” cliccando la quale si ottiene l’elenco: ormai si tratta dell’ordinario. Una scelta che è comune anche ad altri colossi del commercio, come ad esempio Obi, che pure sarà aperto nelle domeniche a venire. E sono solo due esempi. Di una tendenza che ormai sembra costituire la normalità. La grande distribuzione cittadina sembra insomma aver deciso di accelerare, in attesa delle decisioni del Tar che nei prossimi mesi dovrà pronunciarsi su diversi ricorsi presentati da Upim, Oviesse e Pam, relativi appunti alle aperture domenicali. Una materia da sempre al centro di polemiche in Trentino, dove il quadro normativo provinciale ha sempre cercato di tutelare il piccolo commercio al dettaglio di prossimità, “cuore” delle attività economiche dei piccoli centri di montagna (ma non solo), limitando al massimo le aperture domenica di supermercati e quant’altro. Un sistema però sempre più messo in discussione dalla legislazione nazionale, in particolare dopo le liberalizzazioni del governo Monti, attraverso il decreto “Salva Italia” che ha messo in discussione la legge Olivi. Che pure, per certi versi, aveva “aperto” il mercato. Ma la Provincia aveva deciso come noto di impugnare il provvedimento, giudicandolo lesivo delle proprie competenze in materia di commercio.

A far cambiare completamente lo scenario è stata però la decisione della Corte costituzionale dello scorso 19 dicembre, con cui sono stati dichiarati inammissibili e infondati tutti i ricorsi delle Regioni, comprese quelle a statuto speciale, contro la “deregulation” voluta da Monti. Le regioni in questione erano Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Sardegna, Piemonte, Lombardia, Sicilia, Toscana e Lazio. Anche per loro quindi, c’è ora l’obbligo di consentire l’apertura domenicale 12 mesi su 12. E il Trentino? La legge Olivi, che dava a Trento la possibilità di alzare le serrande dei negozi 10 mesi su 12 (in quanto Comune “ad alta attrazione commerciale”), è ancora in vigore, ma sembra avere sempre più i giorni contati. Non a caso lo stesso Comune, poco più di un mese fa, aveva concesso ai negozi di aprire per tre domeniche consecutive. Una decisione dietro cui era però visibile la volontà di allinearsi al più presto al decreto “Salva Italia”. Trento e il Trentino si trovano infatti in una situazione per certi versi kafkiana: entrambe le leggi sono valide, pur confliggenti tra loro. La differenza, rispetto alle altre Regioni, ancorché autonome, è che in Trentino la normativa locale non viene automaticamente disattivata da un pronunciamento della Consulta, ma è necessario un formale recepimento da parte del legislatore provinciale. Il che non è ancora avvenuto. In alternativa, può essere lo Stato a prendere l’iniziativa di sollevare il conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale. E pure questo non è avvenuto.

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