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Andreatta: le assessore non si toccano

Trento, il sindaco mette a tacere le voci di un’uscita di Maule e Ferrari: «Restano ai loro posti, parliamo di temi non di persone». Sì a due deleghe per Uez e Panetta


di Luca Marognoli


TRENTO. Niente rimpasto: Chiara Maule e Marika Ferrari non sono in discussione. Parola di Alessandro Andreatta. «Certo che le due assessore resteranno al loro posto», assicura il sindaco al Trentino, con calma olimpica, come se fosse la cosa più normale che si potesse dire dopo settimane, mesi nel mirino dei franchi tiratori. «Il 4 luglio (al vertice di maggioranza, ndr) abbiamo detto: lavoriamo sul programma e sui temi, come avete scritto molto bene. E se si lavora sui temi non si lavora sulle persone», puntualizza.

E ancora: «Rimpasti? Io non ne ho mai parlato: mi avete mai sentito farlo? Ma non continuate a farmelo ripetere». Alessandro Andreatta parla come se la partita fosse chiusa. Definitivamente. Con buona pace di chi, tra i malpancisti, nutre ancora speranze (pretese?) di conquistare un posto in giunta.

La squadra, insomma, non si cambia. Anche se non vince, visti i ripetuti scivoloni del sindaco nell’aula di Palazzo Thun. Ma neppure si può dire che abbia perso se è vero, come è vero, che le due assessore il loro lavoro lo stanno facendo con l’impegno e l’entusismo (con qualche ingenuità) delle esordienti e che le rispettive competenze, il decentramento e i beni comuni per Maule, l’ambiente e i progetti europei per Ferrari, sono difficilmente misurabili in termini di risultati. Resta la macchia della delibera sulle circoscrizioni rispedita al mittente, ma non si può dare (solo) la colpa a un’assessore quando i partiti non trovano la quadra da anni su un tema che è sì importante ma non è certo decisivo per le sorti della città.

La squadra non si cambia ma si può allargare. Se il sindaco non ha intenzione di toccare i titolari, resta valida l’offerta - avanzata proprio nel vertice di maggioranza - di attribuire delle deleghe consiliari. «Certo, questa possibilità resta», risponde Andreatta a domanda specifica. Due i posti disponibili, che potrebbero andare - anche se il sindaco di nomi non ne ha fatti - proprio ai consiglieri rastrellatori di preferenze che fin dall’inizio della legislatura hanno lamentato la loro esclusione dalla compagine di governo: Salvatore Panetta o Paolo Castelli dell’Upt, Tiziano Uez o Dario Maestranzi del Patt. Ma non si può escludere neppure che il sindaco utilizzi questo strumento per dare spazio a qualcuno della fronda interna al suo partito, come Alberto Salizzoni o Corrado Bungaro.

Ci si chiederà: ma se il cambiamento di Andreatta consiste nel non cambiare niente come uscirà dall’angolo in cui l’hanno costretto i malpancisti rimasti fuori da Palazzo Thun che gli hanno giurato vendetta? E cosa succederà al prossimo voto segreto in consiglio comunale? Basteranno due deleghe consiliari per “sedare” i sempre più inquieti franchi tiratori?

La risposta non è così scontata. Ma il sindaco ha ancora delle frecce al suo arco. La prima: sono stati gli stessi partiti, al vertice di maggioranza, a dire di non essere venuti a chiedere poltrone, ma a parlare - appunto - di programma e di temi. Gli stessi Panetta e Castelli non hanno mai avanzato apertamente la richiesta di una “carega” e ora sarebbe il momento meno opportuno per farlo. Ma come - avrebbe ben diritto di rispondere il sindaco -: io vi offro una delega e voi la rifiutate perché pretendete un assessorato? Allora non sono solo i temi a interessarvi...

Una seconda freccia ad Andreatta l’ha servita su un piatto d’argento nei giorni scorsi Tiziano Mellarini: la sua ricucitura con il Cantiere di Dellai, di cui Maule è espressione, ha cambiato completamente lo scenario e a farne le spese potrebbe essere proprio quel Panetta che aveva mobilitato le truppe cammellate per farlo eleggere segretario.

Diventa meno probabile invece l’ipotesi che il sindaco giochi la carta di un rimpasto solo di deleghe, anche se limitato, avocando a sè l’urbanistica, come si era vociferato nelle scorse settimane. Togliere al vicesindaco Paolo Biasioli la sua competenza più importante avrebbe avuto un senso in caso di un nuovo ingresso in giunta, scenario oggi smentito dal sindaco.

Quanto alle deleghe consiliari, il Patt potrebbe gradire il decoro urbano o qualcosa di analogo. Più difficile, invece, capire cosa possa volere l’Upt.













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