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Altri 50 profughi alle caserme Damiano Chiesa

Nel centro di accoglienza appena aperto arriva un gruppo di richiedenti asilo da Agrigento. Con le prime donne


di Daniele Peretti


TRENTO. Un pallone, un gruppo di ragazzi, una maglia di Messi e due pezzi di tronco a fare da pali della porta su un campo d'asfalto e si comincia a giocare. Uno spaccato di un tranquillo sabato pomeriggio che potremmo vedere in ogni parte del Trentino, ma assistere a questa improvvisata partita all'esterno del Centro d'Accoglienza di via Al Desert in funzione da venerdì, fa un certo effetto. Nemmeno il tempo di dare vita alla struttura e già ieri mattina è arrivato il primo pullman di richiedenti asilo direttamente da Agrigento e per la prima volta tra quei 50 ragazzi, c'erano anche delle donne. Non era mai successo prima perché nella struttura di Marco non era possibile evitare la promiscuità, mentre adesso con quella di via al Desert si ottiene un effetto a scacchiera che ha portato alla chiusura del centro delle Viote, al trasferimento del centro di prima accoglienza da Marco a Trento con la struttura roveretana che diventerà il punto di riferimento per le donne e le famiglie. E a questo proposito possiamo segnalare l'arrivo della prima coppia “certificata”: «Nel senso che tutte le condizioni che ci vengono indicate – sottolinea Elena la responsabile unica dei centri di pronta e prima accoglienza in Trentino – devono essere documentate.Questa prima coppia, ha potuto esibire il certificato di matrimonio e così potranno restare insieme a Marco. Dove andranno anche le altre ragazze che al momento ospitiamo nei prefabbricati dove ha sede la Pronta Accoglienza».

Venerdì la “Residenza Fersina” è stata aperta con l'arrivo dei 99 ospiti di Marco che vivevano nei container e i 54 delle Viote; ieri mattina si sono aggiunti i 50 sbarcati quattro giorni fa in Sicilia e ne mancano altrettanti per portare alla saturazione della struttura che è di 250 ospiti.

La Residenza Fersina si articola su tre piani. A piano terra ci sono i dormitori per una centinaio di letti, bagni, docce, cucina e sala mensa. Poi le sale ricreative e le aule. Aule che dopo i test di alfabetizzazione, ospiteranno una serie di corsi che vanno dall'insegnamento della lingua e cultura italiana alle norme della convivenza civile e alla legalità: «Quello che vogliamo – dice Andrea Cagol, addetto stampa di Cinformi che su delega della Provincia gestisce e coordina tutte le strutture – è che questi ragazzi si comportino secondo le abitudini della comunità in cui vivono, anche negli aspetti di vita quotidiana come può essere in autobus, lasciando il posto a sedere a una persona anziana».

La giornata normale inizia alle 7,30 con sveglia e colazione ed alle 8 iniziano le lezioni. Pranzo e cena – il servizio mensa è gestito dalla Dussmann - sono divisi in tre turni ed al termine, come del resto nel corso della giornata, sono gli stessi ospiti a fare le pulizie. «Puntiamo ad una condivisione di tutta la vita che si svolge all'interno delle strutture – prosegue Elena – ed anche il pulire o asciugare i pavimenti delle docce o dei lavabi è un modo per imparare normali regole di convivenza». Le nazionalità di provenienza sono gli stati subsahariani – i nigeriani i più numerosi – e il Pakistan: un'internazionalità che si riflette nella diversità religiosa: «La maggioranza mussulmana prega individualmente – ancora Elena – e poi una volta conosciuta la città raggiungono le moschee. I Cristiani Evangelici fanno riferimento o alle loro chiese, oppure pregano in quelle cattoliche».

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