Alto Garda: sub sfrattati, colpa dei nudisti

Raccolte 300 firme contro l'ordinanza comunale che vieta le immersioni



ALTO GARDA. Le firme raccolte, stavolta, sono quasi trecento e a queste vanno aggiunte le adesioni delle principali scuole di subacquea della regione, per un totale di circa 500 praticanti. Tutti scesi sul sentiero di guerra. O per meglio dire sulla spiaggia. Al centro della protesta l'ordinanza del Comune di Nago-Torbole che vieta, ai sommozzatori, d'immergersi nelle acque del golfo di Tempesta. «A sfrattarci - accusano - sono stati i nudisti».
La questione si trascina ormai da sei anni. Correva, infatti, il giugno del 2005 quando l'allora sindaco Ennio Bertolini decise, con apposita ordinanza, di negare ai sommozzatori l'accesso alla spiaggetta di Tempesta, una delle pochissime palestre, in zona, per le attività subacquee delimitate dalle boe. Già prima del posizionamento del cartello di divieto i sommozzatori dell'Alto Garda diedero vita ad una petizione - inascoltata - per convincere il sindaco a non firmare l'ordinanza. Stavolta di firme ne sono state raccolte tre volte di più e nei giorni scorsi il malloppone è finito sulla scrivania del primo cittadino assieme alla protesta delle principali scuole subacquee della regione (Ambiente Acqua, Rana Nere, Top Dive Merano, Sport Diver Club, Archeosub, Uderwater Team, Rovereto sub, Black Sheep) per un totale di 550 praticanti, ovvero la totalità del movimento di casa nostra.
A mettere nero su bianco le richieste dei sub è stato Alessandro Fronchetti, titolare della scuola sub Ambiente Acqua di Arco. Nella petizione sottolinea l'iniquità del provvedimento che colpisce la categoria più numerosa fra chi utilizza la spiaggetta, visto che la presenza di bagnanti, per ovvie ragioni di spazio, è sempre ridotta a poche unità mentre diverse decine sono i subacquei che dopo aver solo transitato la spiaggia svolgono la loro attività in acqua. «Parte delle segnalazioni di ordine pubblico che cita l'ordinanza - scrive Fronchetti - proviene da alcuni bagnanti (se non uno e sempre lo stesso) che praticano il nudismo, contrariamente alla pubblica decenza. Eppure dall'ente pubblico viene limitata solo l'attività sportiva». Fronchetti chiude citando la nota del Servizio Trasporti della Provincia che rivenda la propria esclusiva competenza riguardo le attività subacquee, evidenziando, invece, la non titolarità del Comune. Da qui la richiesta a ritirare al più presto l'ordinanza. (gl.m.)













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