Allungava le mani sulla ragazza in prova

Il parrucchiere roveretano ha scelto il patteggiamento in udienza preliminare: un anno e otto mesi



ROVERETO. La ragazza era in prova nel suo salone di parrucchiere a Rovereto. E l’uomo ha ritenuto fosse in qualche modo suo diritto approfittarne con palpeggiamenti che per fortuna la ragazza ha avuto il coraggio di denunciare. Portandolo a processo per violenza sessuale.

Ieri il caso è finito sulla scrivania del giudice dell’udienza preliminare Riccardo Dies. E il parrucchiere ha scelto di chiudere la vicenda nel più celere dei modi: 1 anno e 8 mesi di patteggiamento. L’alternativa era insistere con la linea tenuta nella fase dell’indagine: negare l’innegabile o, meglio, sostenere il malinteso da parte della ragazza e l’assoluta innocenza dei suoi comportamenti. Come se una mano sulle terga di chi non ce la vuole possa essere vista in modo diverso da un atto di natura sessuale imposto a qualcun altro. La disparità di ruolo e il fatto che la giovane parrucchiera fosse in prova nel negozio (e quindi legittimamente speranzosa di poter essere confermata) aggiunge poi un aspetto ancora più odioso ad un comportamento già indifendibile di suo: l’ostentata convinzione che il bisogno di lavorare, la speranza di trovare un posto fisso in un momento storico che certamente non garantisce nulla a chi si affaccia al mondo del lavoro in qualsiasi professione, potessero spingere la giovane a tollerare quelle “attenzioni”. Un elemento di coercizione psicologica in più, oltre a quelli purtroppo ancora radicatissimi della vergogna e del timore di trovarsi a processo a dover ricostruire fatti e comportamenti rivivendo l’umiliazione patita. Su tutto questo il parrucchiere, aiutato dal proprio legale, deve avere ragionato quando ha scelto il patteggiamento. Evitando il rischio di un processo nel quale pena e clamore sociale avrebbero potuto essere molto maggiori.

Non ci sono nomi, in questo articolo, per tutelare la ragazza.













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