Alcol e guida, record di controlli: 133 al giorno

Tra gennaio e aprile di quest’anno in Trentino sono stati oltre 16 mila Il triste record del 2011: incidenti stradali aumentati del dieci per cento


di Luca Petermaier


TRENTO. Signori, se non ve n’eravate accorti, l’aria è cambiata. I dati che snocciola il comandante della polizia stradale di Trento Luigi Di Maio sembrano un bollettino di guerra da quanto sono impressionanti: 133 persone controllate ogni giorno con l’etilometro dall’inizio dell’anno fino alla fine di aprile (ultimo aggiornamento utile), una proiezione che - nell’anno - potrebbe portare a battere l’ultimo record di controlli stradali contro i brilli al volante, record registrato l’anno scorso quando gli «stop» delle forze dell’ordine furono poco meno di 45 mila. Insomma, se fino a qualche anno fa correre il rischio di guidare sbronzi poteva essere messo in conto, «tanto i controlli non ci sono», ora non è più così.

La guerra alle guide in stato di ebbrezza alcolica è iniziata ormai da tempo e ha puntato (in Trentino come in Italia) su un doppio binario di intervento. Da un lato la repressione, fortissima e implacabile: migliaia e migliaia di controlli a tutte le ore e in tutte le zone, limiti di legge abbassati fino agli attuali 0,5 microgrammi per litro, che diventano 0 (zero!) per i neopatentati, cioè per chi la patente ce l’ha da meno di tre anni: loro, i ragazzini con l’auto di papà, possono ambire al massimo ad un crodino.

Il secondo livello di intervento riguarda la cultura del bere, che in questo caso fa rima con prevenzione, sempre difficile ma soprattutto difficile in Trenino, terra dove storicamente il gomito si alza più che altrove. «In questa provincia - spiega il comandante Di Maio - noi della polizia stradale ma anche le altre forze dell’ordine stanno facendo uno sforzo ulteriore per insegnare la cultura della sicurezza al volante a partire dalle scuole, luoghi dove le coscienze sono più tenere e dunque malleabili. Certo - continua Di Maio - anche l’attività di repressione diventa a sua volta deterrente nel momento in cui - avendo la quasi certezza di venire prima o poi controllati - gli automobilisti preferiscono non rischiare. Voglio ribadire - conclude il comandante - che chi si mette alla guida ubriaco è un criminale: altre definizioni non ce ne sono».

E allora vediamoli i numeri delle forze dell’ordine, numeri che danno il senso dell’impegno nella repressione. Nel 2010 i controlli con alcoltest furono 21.740, balzati a 44.870 l’anno scorso e - come detto - arrivati a oltre 16 mila nei primi quattro mesi del 2012. Nel 2010 i controlli positivi furono 133 (109 con conseguenze penali) mentre nel 2011 sono saliti a 197, di cui 133 con rilievo penale.

Come si vede, dunque, il tasso di positività ai controlli è piuttosto bassa, «segnale che ci conforta - spiega Di Maio - ma che ci fa comprendere come la strada della repressione unita a quella dell’educazione sia la via corretta da seguire».

Infine il numero degli incidenti: sono stati 3.486 nel 2010, con 31 morti e 1553 feriti. L’anno dopo, nel 2011, il numero degli incidenti è però aumentato salendo fino a quota 3.851 (quindi il 10% in più): i morti sono stati 30 mentre i feriti sono arrivati a toccare le 1.714 unità.

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