«Alberi tagliati? Guardate anche quelli piantati» 

Il caso. L’assessore comunale Gilmozzi ricorda che il parco di Melta è stato l’opera pubblica più impegnativa degli ultimi 15 anni «È vero che i privati tagliano volentieri, ma soprattutto per sicurezza»



Trento. «Così la città di Trento sta perdendo i suoi alberi», ecco il titolo di un servizio pubblicato domenica sul Trentino (con tanto di confronto fatto da Italia Nostra tra luoghi prima e dopo il taglio di alberi e siepi) e che non è piaciuto all’assessore comunale Italo Gilmozzi, competente su parchi e giardini: «Abbiamo visto le foto di Italia Nostra, che in realtà si riferivano per lo più ad aree private, ma bisognerà pure dire di tutti gli alberi che il Comune di Trento ha piantato in sostituzione delle piante che, per vari motivi, tra cui anche le esigenze di sicurezza, sono state tagliate». E così anche il Comune è stato al gioco del “prima” e del “dopo” con le foto del nuovo parco di Melta, del giardino Duca d’Aosta ma anche di viale Sanseverino.

L’investimento sul parco

Dice Gilmozzi che il parco di Melta di fatto è la principale opera pubblica degli ultimi 15 anni, costato più di tutti gli edifici realizzati dall’amministrazione comunale nello stesso periodo. Quanto agli alberi, l’assessore ricorda che spesso si tratta di esigenze di sicurezza: «Pensiamo a piazza Lodron dove gli esperti ci hanno confermato, anche dopo il taglio, che quelle piante andavano tagliate perché non davano più garanzie di sicurezza. Sui cedri del liceo Prati, invece, siamo riusciti in accordo con la Provincia a evitare il taglio, ma questo è avvenuto anche in altre occasioni: penso a via Milano (dove tra parcheggi e alberi hanno vinto i secondi, e guardate che il partito dei parcheggi quando vuole alza la voce molto più di quello delle piante) ma penso anche a via Barbacovi, continua l’assessore, dove la soluzione più veloce per posare le nuove infrastrutture sarebbe stato tagliare un po’ di piante. E invece no: abbiamo trovato una soluzione alternativa (con il traffico a una sola corsia di marcia) per salvare il verde urbano».

Gli alberi privati

Se nel frattempo la città ha perso vari alberi dai giardini privati, una spiegazione c’è: «Un tempo ci voleva il via libera del sindaco per tagliare un albero di diametro superiore a 40 centimetri ora non più. E i privati, soprattutto dopo gli ultimi episodi di maltempo, cominciano a sentirsi poco sicuri e tagliano volentieri» conclude Gilmozzi.













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