Albere, la movida divide il quartiere
Contrari i residenti, favorevoli i commercianti. Fra i problemi, i pochi parcheggi e la mancanza di un minimarket
TRENTO. Le Albere sono alla ricerca di un'identità. I residenti vogliono quella di quartiere, il Muse vorrebbe diventare il museo dei trentini: ancora troppi quelli che non l'hanno mai visitato. I commercianti vorrebbero essere centro storico del quale sostanzialmente fanno parte. E la movida notturna divide. È quanto emerso nel pubblico incontro di martedì sera, coordinato da Maria Grazia Zorzi presidente della circoscrizione San Giuseppe - Santa Chiara e condotto da Paolo Negri. Un quartiere volutamente perfetto, ma che al lato pratico ancora non lo è. Dove vanno a formarsi tre anime - residenti, operatori economici e blocco istituzionale - non ancora in relazione tra loro, ma nessuno nemmeno con la città.
Diversi i punti critici. Si parte dalla richiesta di una fermata dell'autobus all'interno delle Albere, alla creazione di un parcheggio pullman che sia alternativa all'attuale sosta selvaggia, a sud del quartiere. Un modo - è stato detto - per costringere i visitatori del Muse a percorrere le vie delle Albere valorizzando così i negozi. Negozi per i quali vengono applicate tutte le regole del centro storico, comprese quelle degli orari di carico e scarico, ma che di fatto non sono coinvolti nelle attività del centro: «Siamo a 12 minuti dal Duomo, di fatto siamo il parco della città ed allora è giusto che si venga in toto integrati nelle attività del centro storico».
I parcheggi sono sufficienti solo per i residenti. Al Muse ne sono riservati 130 del tutto insufficienti nei periodi di punta. Quello aperto al pubblico non è adeguatamente segnalato, seppur a sosta libera. La biblioteca è al momento priva di stalli di pertinenza. A breve sarà aperto lo spazio rimanente nell'area occupata dall'hotel. Problematica è anche la sosta delle biciclette per le quali non c'è nessun accesso diretto, ma per arrivarci è necessario superare delle scalinate. Discussione aperta con parere contrario alla prossima introduzione dei parcheggi a pagamento: «Non se ne capisce la necessità», è stato detto - anche se è vero che molti sostano alle Albere per raggiungere a piedi la città. Però tanti si fermano nei negozi, fanno la spesa e prendono un caffè. Le zone blu sarebbero solo un danno e farebbero perdere frequentatori».
Altra discussione aperta è quella sull'animazione serale: del tutto contrari i residenti, favorevoli gli operatori economici. Parere positivo unanime invece per quella diurna. Se si vuole dare un'identità di quartiere è necessario che ci siano anche delle attività di uso comune, come un negozio di pane e latte, una farmacia comunale o un minimarket. «Oggi se ci si dimentica il sale, dobbiamo prendere la macchina e andare almeno in San Pio X e si finisce che si viene solo per dormire o per vivere le Albere nel fine settimana».
In questo caso il problema della sicurezza è quello stradale: troppe le zone prive di visibilità rese ancora più pericolose dalla sosta selvaggia dei pullman che stazionano nei pressi dell'ingresso del Muse, costringendo gli automobilisti a sorpassi ciechi o i pedoni a lasciare il marciapiedi. Infine il Muse che vorrebbe diventare il museo della città. «Abbiamo valenza internazionale, ma sono ancora troppi i trentini che non lo hanno mai visto. Sarebbe necessaria una sinergia per portarli al Muse».