il ricorso

Al Tar scoppia la guerra del porfido

Molte imprese hanno impugnato la delibera del Comune di Albiano che le obbliga a lavorare direttamente il prodotto



TRENTO. Al Tar è scoppiata la guerra del porfido. Molti proprietari di cave e artigiani che lavorano il cosiddetto oro rosso hanno impugnato la delibera del comune di Albiano con la quale si prevede un prolungamento di 9 anni della concessione per le aziende che lavorino in proprio o tramite accorpamenti con le altre imprese almeno l’80 per cento del materiale estratto lasciando agli artigiani il restante 20 per cento. Si tratta di una delibera già contestata quando è stata adottata, nello scorso giugno. L’amministrazione ha spiegato la decisione facendo riferimento alla grave crisi del settore. Un settore drogato dal fatto che per anni le cose erano andate benissimo. Forse proprio per questo motivo la crisi ha colto impreparate molte aziende che si sono trovate in seria difficoltà.

La delibera che viene impugnata è quella stabilisce il regolamento per accedere all'acquisizione del premio di 9 anni del termine della scadenza della concessione. Le regole per il conseguimento riguardano sei tipologie del prodotto, per ciascuna delle quali la percentuale della tipologia minima di semilavorato con maestranze del concessionario è fissata all'80%, mentre per il semilavorato da immettere sul mercato del 20%. La delibera aveva lo scopo di tutelare l’occupazione del settore collegando, di fatto, il premio della concessione alla lavorazione in proprio e, di conseguenza, all’assuzione di lavoratori.

Le aziende del settore, sia le concessionarie che gli artigiani, si sono ribellati. Vedono la delibera come un’intromissione e sostengono che l’obbligo di lavorare in proprio almeno l’80 per cento del porfido estratto possa mettere a rischio la stessa sopravvivenza delle imprese meno strutturate. Per questo motivo molte di loro si sono rivolte all’avvocato Lorenzo Eccher che ha impugnato la delibera al Tar e ha anche chiesto la sospensiva.

Si preannuncia una battaglia molto dura, dal momento che molte aziende sostengono di essere seriamente danneggiate dalla decisione del Comune. Comunque, la battaglia al Tar si inserisce in un quadro di profonda crisi. Molte aziende del porfido negli ultimi anni sono state sommerse dai debiti. Quello che una volta si chiamava oro rosso si è trasformato in un prodotto che si vende difficilmente e a prezzi sempre più bassi. Questo sia per la crisi dell’edilizia che per la concorrenza di altri paesi produttori che vendono materiale apparentemente simile a prezzi inferiori.













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