Al rifugio Bedole in ricordo di Spagnolli

Domani il ricordo del senatore, che fu anche presidente nazionale del Cai, scomparso 30 anni fa



ROVERETO. É stato senza ombra di dubbio uno dei roveretani più illustri del secondo dopoguerra: domani al rifugio Bedole, in val di Genova, si ricorda Giovanni Spagnolli, senatore, ministro e presidente del Club Alpino Italiano. Sono infatti trascorsi trent'anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 5 ottobre 1984 nella sua città natale. Lo commemora l'associazione che porta il suo nome e che porta avanti progetti di solidarietà internazionale in Africa, uno dei temi di cui si occupò in vita. Ci saranno anche i rappresentanti della Sat e del Cai; la scelta del luogo - ai piedi delle vette della Presanella, che amava - si ricollega a quell'altra sua grande passione, la montagna. Alla cerimonia di domani sarà presente anche un suo illustre amico e concittadino: Armando Aste. Il rocciatore roveretano, ora 88enne, dedicò all'amico e senatore una guglia in Patagonia, nel gruppo del Cerro Astillado. Il "ricordo alpino" di Spagnolli si terrà domani al rifugio Bedole, con ritrovo alle 16; qui don Marco Morelli - sacerdote, scultore, parroco di Savignano - celebrerà una messa in suo ricordo, la cerimonia avrà inizio alle 16.30. Seguirà un rinfresco, al quale gli amici di Spagnolli porteranno i loro ricordi e testimonianze personali. Tra questi ci saranno quelli dei figli, Paolo, Carlo e Giovanna.

Giovanni Spagnolli nacque a Rovereto il 26 ottobre del 1907, quando ancora il Trentino faceva parte dell'Impero Austroungarico. Fu profugo nel Voralberg con la sua famiglia, tornò a Rovereto nel 1918. A 19 anni scelse di frequentare l'Università a Milano, esperienza questa decisiva per il suo futuro. Nel capoluogo lombardo conseguì infatti due lauree, e Agostino Gemelli lo trattenne all'Università del Sacro Cuore, come vice-segretario amministrativo. Fu poi la ditta Feltrinelli legnami, che aveva molto contatti col Trentino, a chiamarlo come amministratore. Negli anni della Resistenza, in Brianza ed a Milano, cominciò ad impegnarsi nella Democrazia Cristiana, riorganizzando le fila del partito, di cui era destinato a diventare uno dei leader. Ne divenne segretario milanese. Dopo la guerra, prima collaborò a Roma ai piani per dare nuove case agli italiani senza tetto. Nel 1953, viene eletto senatore nel collegio della sua città, Rovereto, e ricoprì la carica per 23 anni. Tra il 1974 ed il 1976 fu Presidente del Senato. Fu ministro in tre governi Moro, prima alla marina e poi alle poste e telecomunicazione, e poi di nuovo alla marina con Leone. Fu anche presidente nazionale del Club Alpino, tra il 1971 ed il 1980; sotto la sua presidenza si ricorda l'impegno in favore della difesa della natura delle Alpi e per la promozione dell'escursionismo tra i giovani. Si impegnò anche di volontariato internazonale, per le missioni e poi aiutando i figli medici in Africa. Morì nella sua città Natale, il 5 ottobre di 30 anni fa. In Zimbabwe il figlio Carlo continua la sua opera dal 1977, e porta il suo nome una delle Ong trentine più importanti e attive, la Spagnolli-Bazzoni onlus. (m.s.)













Scuola & Ricerca

In primo piano