IL DIBATTITO SULLE DOLOMITI

«Adoro i motori ma anche quei monti. Sì alle fasce orarie»

L’imprenditore Enrico Zobele è automobilista e motociclista: «Chi sale sui passi lo fa per i panorami, non per smanettare»


di Luca Marognoli


TRENTO. Chiusura a fasce orarie, non necessariamente tutti i giorni e con giudizio, senza criminalizzare nessuno. Enrico Zobele oltre che imprenditore alla guida del gruppo di famiglia ed ex presidente di Confindustria trentina, è grande appassionato di motori e presidente della Scuderia Trentina Storica, che organizza la Stella Alpina. Il suo ragionamento sulla gestione dell’afflusso ai passi dolomitici è pacato. Da portatore di interessi ma anche da turista innamorato di quelle cime.

Zobele, lei è appassionato automobilista e motociclista: le categorie che sui passi si vorrebbero arginare… È d'accordo a delle forme di limitazione dell'accesso?

Credo che le cose di buon senso sia sempre giusto studiarle e porle in atto. Ho seguito il vostro dibattito. Sono appassionato motorista ma anche delle zone, in quanto habitué della Val Badia, di San Cassiano, quindi ritengo che un rispetto reciproco ci debba essere. Non sono per criminalizzare nessuno. Non credo che il sistema dei pedaggi sia quello che possa risolvere: credo più a un discorso di istituzione di orari, logici, nei quali riservare il percorso ai mezzi non a motore.

Infatti tra le soluzioni emerse nel dibattito promosso da Trentino e Alto Adige, l'apertura a fasce orarie prevale su quella del pedaggio. Ma c'è anche chi propone il numero chiuso. Lei quindi opta per la prima proposta...

Sì, è quella più facilmente attuabile e alla fine dà un effetto certo. Il numero chiuso non so come possa essere calcolato. Il pedaggio è una non - soluzione che anzi crea poi degli ingorghi nei punti di riscossione. La chiusura alcune ore al giorno, non necessariamente tutti i giorni e fatta con buon senso, credo sia invece la soluzione. Dopo di che, se c'è qualche motociclista che fa il gran premio, non vuol dire che tutti i motociclisti siano criminali. Altrettanto vale per gli automobilisti ma anche per i ciclisti, che ogni tanto tagliano completamente le curve. Il buon senso deve sempre prevalere.

Ci sarebbe anche un'opzione più estrema, quella della chiusura totale, tranne per chi lavora in zona. Sui passi dopo tutto si può salire con gli impianti...

Ho visto che in una delle puntate facevate un riferimento a Zermatt, che è un posto bellissimo e uno splendido esempio, però quella è una testata di valle, non è un passo di transito: hanno fermato il traffico in pianura ma la valle finisce lì. Il collegamento deve essere assicurato.

Però si potrebbero sfruttare meglio gli impianti o pensare anche a un servizio di navetta efficiente.

Impianti ce ne sono vari ma non assicurano il collegamento completo meccanizzato. Sono stati fatti prevalentemente per l'inverno, si prestano molto bene anche per l'estate su alcuni percorsi ma non su tutti.

Non solo il traffico e lo smog, ma anche il rumore dei motori sono considerati una ferita per le cime delle Dolomiti. Che ne pensa?

Io ripeto, ci vuole buon senso. Il Gardena lo faccio molto frequentemente andando a San Cassiano, ma non sento rombi di tuono o cose simili. Non si può criminalizzare il singolo.

In campo turistico, c'è anche una questione di filosofia: il mordi e fuggi, oppure il sali con l'auto - fotografa - pubblica su Facebook e fuggi, contrapposto alla fruizione della montagna in maniera lenta...

Io credo che chiunque percorra quelle strade vada lì prima di tutto per riempirsi gli occhi di un paesaggio meraviglioso nel quale si immerge. Non per fare la “smanettata”. I passi me li faccio una ventina di volte l'anno ma ogni volta che vedo il Sassolungo è una gioia e basta. Da gustarsi passo per passo.

Ci va più in macchina o in moto?

Ormai in macchina.

C'è mai andato in bici?

Ho fatto qualche giretto in bici da Corvara ma il giro completo dei passi non ancora. Dovrei provare con una bici a pedalata assistita.

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