Addio Sergio, cronista della Valsugana

Ieri il funerale di Bonazza, per mezzo secolo collaboratore di questo giornale


Mauro Lando


TRENTO. Al cimitero di Trento si è celebrato ieri pomeriggio il funerale del maestro Sergio Bonazza di 75 anni, personaggio molto noto a Borgo e in tutta la Valsugana. Oltre al lungo impegno come insegnante, la sua notorietà era legata all'attività giornalistica durata quasi mezzo secolo come corrispondente da ampi tratti della vallata e da Borgo Valsugana per l'"Alto Adige" e poi per il "Trentino".

Nel 2006 Sergio Bonazza aveva lasciato il giornalismo interrompendo così un impegno avviato nei primi anni Sessanta del secolo scorso allorché da maestro elementare insegnava a Grigno. Gli argomenti allora erano la mancanza di lavoro, l'inadeguatezza della strada ma anche alcune scoperte che portarono agli onori della cronaca l'area più lontana della Valsugana. Era il periodo delle esplorazioni delle grotte della Bigonda e del Calgeron e Sergio Bonazza non si limitava a raccontare quanto gli speleologi riferivano tornando alla superficie, ma nel marzo 1966 volle anche lui entrare nella profondità della terra. In quella occasione, assieme al fotoreporter Giorgio Salomon accompagnò una spedizione nel Calgeron raccontando poi in un reportage che in un passaggio molto difficile "sembrava di essere giunti nell'anticamera dell'inferno".

Sergio Bonazza raccontò da giornalista anche le molte e complesse vicende sindacali che periodicamente investivano le industrie che via via si insediavano in Valsugana. Una fra tutte va ricordata: la Set di Scurelle aperta nel 1962 e chiusa nel 1994 dopo lunghe e difficili vertenze e periodiche crisi.  Alla metà degli anni Settanta uno dei punti forti della sua attività giornalistica fu il progetto e la realizzazione dell'Acciaieria di Borgo. Mantenne un orientamento critico dal punto di vista ambientale verso l'ipotesi dell'insediamento, orientamento maturato dopo aver visitato l'area delle acciaierie allora presenti nella zona di Brescia. Aveva però la consapevolezza che il problema della mancanza di lavoro era sempre serio all'interno della vallata e che il nuovo stabilimento poteva portare un qualche sollievo.

Da convinto "comprensorialista" Bonazza ha sempre seguito le vicende di quello che era il C3 ossia il Comprensorio della bassa Valsugana, ma l'occhio di riguardo è stato rivolto soprattutto all'amministrazione comunale del capoluogo di cui seguiva passo passo le decisioni, le realizzazioni, ma anche le periodiche polemiche. Ha seguito con attenzione anche le iniziative culturali, prima fra tutte le manifestazioni e gli incontri susseguitisi a Castel Ivano. Il che non lo ha comunque mai distolto dall'attenzione verso la cronaca nera. Con la sua macchina fotografica ha infatti documentato non solo gli incidenti stradali, molto spesso mortali, che hanno insanguinato la statale della Valsugana sia prima che dopo le rettifiche e le circonvallazioni, ma anche gli episodi di cronaca che di tanto in tanto si verificano nei paesi e la cronaca giudiziaria da seguire in Pretura a Borgo.

Sergio Bonazza non ha voluto emergere nel campo politico e amministrativo, pur avendone le capacità: è stato quindi il giornalista della Valsugana, il testimone di innumerevoli eventi, la memoria di tanti episodi e personaggi. Negli ultimi anni volle uscire di scena gradualmente, accompagnando le nuove leve professionali fino al 2006 quando chiuse il proprio taccuino.

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