Il congresso

Acli, le redini al quarantenne Oliver

Era il candidato dei circoli: «Dovremo occupare gli spazi inevitabilmente lasciati vuoti dallo Stato e dagli enti pubblici»


di Maddalena Di Tolla


TRENTO. Le Acli (20.000 iscritti, 68 circoli, Enaip, associazioni tematiche) rilanciano. Si è svolto ieri all'Arcivescovile il 26esimo Congresso provinciale. L'associazione ha puntato su un candidato presidente quarantenne, sul rinnovo dei dirigenti dei circoli provinciali, per adattarsi alle nuove esigenze, di fronte a una crisi economica, sociale, politica che richiede un'azione forte di quel “contenitore sociale di umanità”, come il presidente uscente, Fausto Gardumi, ha definito l'organizzazione. È Luca Oliver, originario di Trento, già presidente del patronato, il presidente delle Acli trentine. Ieri sono stati rinnovati i due terzi del Consiglio provinciale, sono stati eletti un rappresentante regionale in Consiglio nazionale e 17 delegati al Congresso Nazionale. Era presente il 94,35% degli aventi diritto (circa 300 persone). Un successo di partecipazione sottolineato dai relatori intervenuti sul palco.

La relazione del presidente uscente. Nella sua relazione Fausto Gardumi ha illustrato necessità e possibilità del cambiamento. “La nostra solidità è dimostrata dal numero di utenti che ogni anno si rivolgono a noi in Trentino: 250.000. Dobbiamo cogliere la crisi come occasione per rilanciare il nostro ruolo di presidio del bene comune e degli interessi dei più deboli. Noi ci autoriformiamo e chiediamo alla politica di ascoltarci, di collaborare di più e meglio”. Le Acli dovranno però anche fare economia, ha spiegato – valutando misure come l'unificazione di Patronato e Caf, a causa dei tagli del governo ai finanziamenti. Gardumi ha anche ricordato il disegno di legge di iniziativa popolare contro i privilegi dei consiglieri provinciali.

Le idee del nuovo presidente. Oliver è intervenuto in mattinata, per spiegare la sua candidatura, sollecitata da vari Circoli. “Da oggi parte una strada nuova di collaborazione con associazioni, sindacati e con la politica. Il numero delle persone che si rivolgono a noi per un aiuto cresce in modo fortissimo. Siamo in affanno a dare risposte. Al centro della nostra azione c'è sempre, come al tempo della fondazione, lo sviluppo materiale e spirituale dei lavoratori. Abbiamo visto una discussione animatissima nei Circoli per questo congresso, che testimonia quanto sia sentita la necessità di cambiare, adattandosi ai tempi. Dobbiamo capire cosa dobbiamo diventare, partendo dai nostri punti di forza”. Li ha elencati: i circoli, i servizi, le associazioni tematiche, l' integrazione fra volontariato e professionalità. “Tutto questo deve essere ricondotto a unità. Serve un nuovo pensiero politico autonomo, originale. Dobbiamo formarci. Le Acli dovranno occupare gli spazi inevitabilmente lasciati vuoti dallo Stato e dagli enti pubblici” ha chiosato.

Interventi degli ospiti. Apprezzamento del ruolo svolto nei 71 anni di vita del sodalizio e sostanziale appoggio per il futuro e per la richiesta di dialogo, hanno espresso nei loro interventi il vice presidente della Giunta provinciale Olivi, il presidente del Consiglio provinciale Dorigatti, l'assessora regionale Plotegher il vice sindaco di Trento (aclista) Biasoli e per le parti sociali il presidente della Cooperazione Trentina, Fracalossi e il segretario della CGIL, Ianeselli. “Rilevo dalla relazione di Gardumi una richiesta di più politica - ha commentato Olivi - Le Acli sono dentro la sfida della buona politica. Credo che il Trentino ne sia un esempio, con il reddito di garanzia, il fondo sociale di solidarietà, il distretto dell'economia solidale.”













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