A messa con Jovanotti e Vasco Rossi

In Santa Caterina padre Luca ha stupito i fedeli utilizzando i due cantautori nella predica sulla parabola del figliol prodigo


di Nicola Filippi


ROVERETO. Padre Luca Santato, per tutti fra Luca, vice parroco del convento dei padri cappuccini in Borgo Santa Caterina, domenica sera ha deciso di stupire i propri fedeli durante la quarta messa di Quaresima, facendo ascoltare due canzoni: “Un senso” di Vasco Rossi e “Mi fido di te” di Jovanotti. L’occasione era propizia: il Vangelo del figliol prodigo. «La mia intenzione era quella di risvegliare le coscienze dei giovani, per non farsi travolgere dalle delusioni sentimentali o lavorative e invece guardare con positività la Vita», ci spiega padre Luca. Originario di un paesino del Basso Veronese, è arrivato nel convento dei frati cappuccini di Rovereto due anni fa. Ha 37 anni, e sta studiando teologia a Padova. Da sempre attento alle dinamiche giovanili e alle loro problematiche, fra Luca ha deciso di sfruttare le nuove tecnologie “2.0” per avvicinarli alla messa. Un problema attuale, su scala nazionale, ma anche a Rovereto: «Mercoledì scorso, a lezione in facoltà, l’insegnante don Ivo Seghedoni ci ha parlato di questo tema e ha usato le due canzoni di Vasco Rossi e Jovanotti per aprire il dibattito - spiega - non prendiamo in considerazione i due musicisti, ma il testo delle loro canzoni, molto intenso e profondo, che invitano a trovare un senso alla propria vita, a fidarsi degli altri, a non lasciarsi andare, a non farsi travolgere dagli eventi, a pensare positivo».

Padre Luca, 37 anni, juventino di fede calcistica, provenendo dalla parrocchia di Adria e parla del Trentino come di un’isola felice in merito al disagio giovanile. «Nelle zone dalle quali provengo, si sente parlare quasi ogni giorno di drammi giovanili in crisi per lavoro o per problemi sentimentali - racconta - in Trentino ho letto che l’alcol è molto diffuso, soprattutto fra i giovanissimi. E’ un brutto segnale, come quello dei ragazzi che bruciano soldi alle slot machine, che corrono sulle strade oppure fanno sorpassi azzardati, per sentirsi protagonisti». L’esperienza della fede invece può aiutare i giovani a riscoprire valori profondi nella propria vita. La messa “musicale” di domenica sera aveva proprio uno scopo pedagogico. «Io voglio far capire ai ragazzi che devono riscoprire la fede come luogo anche di una riscoperta spirituale, perché altrimenti, di fronte alle ferite, anche affettive e di lavoro, rischiano di perdersi. I ragazzi del giorno d’oggi purtroppo non sanno leggersi dentro, sono troppo calati nella loro realtà virtuale, con tutto il rispetto che nutro per facebook e twitter, ma perdono il contatto con la realtà che li circonda». La televisione, da questo punto di vista, non trasmette segnali positivi: «Ci sono troppi programmi diseducativi, al pomeriggio, che lanciano messaggi sbagliati ai giovani, tutti incentrati sulla esteriorità e non sulla profondità dei sentimenti».

Il senso della vita è più profondo, per fra Luca. I giovani devono capirlo. Ma anche le loro famiglie, che spesso non colgono le situazioni di disagio. Ma anche due canzoni possono aiutare a fare il primo passo verso la comprensione.













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