«A impianti fermi i rifugi devono chiudere»

Mellarini: cene e eventi nottuni? I titolari devono garantire il trasporto sicuro Gilmozzi: proporrò un accordo a Bolzano, regole uguali nelle due province


di Giuliano Lott


TRENTO. «Una giornata di sport non può terminare in tragedia. Sono vicino all’immenso dolore dei famigliari di Enzo Zeni. Ciò che stanno provando non è nemmeno immaginabile». Tiziano Mellarini, assessore al turismo, è rimasto molto colpito dal dramma di Obereggen costato la vita a un diciannovenne di Tesero, travolto da un gatto delle nevi mentre tornava verso valle sulla pista Campanil. L’assessore rimarca: «Le regole ci sono e vanno applicate. Serve una stretta sulle norme, che prevedono innanzitutto la massima correttezza professionale dei gestori dei rifugi. Ad esempio, devono rifiutare da bere agli avventori ubriachi». Ma più di ogni altro aspetto, Mellarini sottolinea quello degli orari: «I rifugi devono chiudere dopo la chiusura degli impianti di risalita. É un’importante questione di sicurezza, perché dalla chiusura degli impianti fino alla notte, le piste sono dei cantieri. Gli operatori dei gatti delle nevi devono poter lavorare in completa sicurezza, propria e degli altri. Non si può pretendere che un “gattista” senta o si accorga di tutto quello che gli succede attorno, con il rumore dei motori e l’impegno richiesto dalla guida. Devono poter manovrare su una pista deserta. E su questo, in Trentino abbiamo regole precise». Anche sugli orari delle manifestazioni notturne, Mellarini ha parecchio da dire: «Stabilito che i rifugi devono chiudere assieme agli impianti di risalita, resta loro la possibilità di organizzare cene. Ma spetta al titolare del singolo rifugio provvedere a organizzare un servizio di trasporto, con mezzi adeguati e su sentieri appositi, cioè senza impiegare le piste, sia da valle a monte che viceversa. Ciò implica l’’utilizzo di personale specializzato e di mezzi idonei. Non ci si può preoccupare solo del trasporto al rifugio lasciando poi che ognuno si arrangi per il ritorno con i propri mezzi. In questo modo si creano situazioni di pericolo». Nulla in contrario dunque alle attività notturne dei rifugi, purchè i gestori si assumano la responsabilità dell’incolumità dei loro clienti, almeno fino al rientro.

Se però in Trentino, dice l’assessore, «riscontro un osservanza piuttosto fedele delle disposizioni provinciali e noto che quasi tutti i gestori svolgono il proprio lavoro nel rispetto delle regole», altrettanto non si può dire delle altre province confinanti. Il caso specifico, quello del rifugio Genischer Alm di Obereggen, che si trova in Alto Adige ma è raggiungibile con estrema facilità dagli sciatori che frequentano Pampeago, gli è ben noto. «So che organizzano feste notturne, che durano fino al mattino. Sia il passato sindaco Delladio che l’attuale primo cittadino Gianfranco Zanon lo hanno segnalato più volte al sindaco di Nova Ponente, ma senza risultati». Sulla differenza normativa fra Trentino e Alto Adige, l’assessore Mauro Gilmozzi si è impegnato a coordinare le due province: piste chiuse quando gli impianti si fermano.

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