la mostra

“1872: l’Alba della Sat”: storia e memoria dell’alpinismo tridentino

L’esposizione va oltre il racconto storico e si presenta come un’esperienza immersiva da vedere e ascoltare con strumenti multimediali


Claudio Libera


TRENTO. “1872: l’Alba della Sat” è il titolo della mostra dedicata alle origini della Società degli alpinisti Tridentini, presentata lo scorso settembre a Campiglio per i 150 di Sat ed ora visitabile anche a Trento in occasione del Trento Film Festival. La mostra è aperta, con ingresso libero, allo Spazio Alpino Sat, in via Manci 57, da mercoledì 12 aprile fino a giovedì 18 maggio con i seguenti orari: dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dal lunedì al giovedì anche il pomeriggio dalle 15 alle 18.

“1872: l’Alba della Sat” - ideata e curata da Roberta Bonazza e Luciano Stoffella, promossa dalla Sat centrale con le sedi Sat di Madonna di Campiglio e Arco, sostenuta dai Comuni di Pinzolo e Tre Ville - è una mostra che supera l’esposizione storica per presentarsi come un’esperienza immersiva da vedere e ascoltare attraverso il supporto di strumenti multimediali e digitali. Protagonisti i fondatori, personificati da due attori - Prospero Marchetti (discendente da una facoltosa famiglia di Bolbeno stabilitasi ad Arco, di sentimenti filo italiani, fu fondatore e primo presidente della Sat) e Nepomuceno Bolognini (di Pinzolo, ufficiale garibaldino, primo vicepresidente della Società) - i luoghi - Arco e la Val Rendena con Madonna di Campiglio (la Sat fu fondata a Madonna di Campiglio nel 1872 mentre il primo congresso si tenne ad Arco nel 1873) - e il contesto storico permeato dall’antitesi tra il Trentino quale parte dell’impero austroungarico e le spinte irredentiste verso l’Italia.

Un coinvolgente viaggio nel passato per conoscere qualcosa in più sulle circostanze nelle quali nacque la Società degli alpinisti Tridentini. Tra i momenti salienti dell’esperienza immersiva l’incontro di Marchetti e Bolognini all’imbocco della Val Genova dove decideranno di spendersi per l’avventura satina, Prospero Marchetti mentre scrive il discorso per la prima assemblea, vari excursus sulla realtà del tempo senza dimenticare la presenza asburgica ad Arco e a Madonna di Campiglio e il finale, di immagini e suoni, con l’elogio alla montagna e alla sua bellezza, oltre il tempo e la storia.













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