POLITICA

Trento e Bolzano, alleanza sulla mobilità

Cinquant’anni di urbanistica su posizioni diverse, ora la sfida (uniti) è sui trasporti. I governatori Rossi e Kompatscher a confronto: Heimat, orsi e piste da sci



TRENTO. Due storie diverse, scelte di fondo a volte distanti: sono così Trentino e Alto Adige ma a cinquant’anni dal primo piano urbanistico provinciale trentino, le due province devono unire lo sforzo per resistere “nella nebbia della globalizzazione”, come l’ha chiamata il presidente sudtirolese Arno Kompatscher. Ieri pomeriggio al Muse, davanti a un numeroso pubblico maturo, prevalentemente maschile, con la moderazione del direttore del Trentino, Alberto Faustini, Ugo Rossi presidente della giunta provinciale trentina e l’omologo oltre confine, hanno dialogato sul futuro dei due territori. Per entrambi siamo passati dalla fase del piano urbanistico provinciale trentino, che nel 1967 fotografava una situazione analoga delle due province, quella della povertà, da cui si doveva uscire con lo sviluppo industriale, culturale, costruendo infrastrutture, a una fase dove bisogna aprirsi, competere, innovare, senza tradire le radici. Serve passione però, per l’autonomia, innanzitutto, hanno chiarito.

Rossi la definisce la “benzina positiva” della comunità, che ci ha permesso di arrivare fino a qui, che forse stiamo un poco perdendo. Kompatscher dice di invidiare il sentimento autonomista apertamente supportato nel discorso pubblico trentino, laddove in Alto Adige o si dà troppo per scontato oppure si pretenderebbe troppo oltre l’autonomia. Kompatscher rivendica un futuro dentro il quadro dell’Euregio “adesso che si riscopre l’Europa delle regioni, noi siamo preparati.” Gli fa eco Rossi con lo slogan del “modello di sviluppo senza confini”, dove si deve porre al centro ambiente, paesaggio, turismo, apertura verso l’esterno.

Parlano molto di collaborazione i due presidenti, nell’ottica di programmare, anticipare il futuro. "La mobilità è prioritaria per l’Euregio – spiega Kompatscher – stiamo lavorando insieme benissimo sul tunnel di base del Brennero, però dobbiamo lavorare concretamente anche sulle politiche di trasferimento del traffico merci da gomma a rotaia". 

Non mancano l’ambiente e l’agricoltura, nella narrazione presidenziale. "Sull’ambiente dobbiamo uscire dalla gabbie ideologiche" chiosa Rossi, facendo l’esempio della querelle su Passo Rolle. "Sostituire gli impianti da sci si può ma in ottica di pianificazione provinciale". Poi passa all’orso: "Nel turismo – ha detto- dobbiamo dimostrare, e ci riusciamo, che siamo speciali. La vicenda di Daniza aveva potato a piagnistei sul danno d’immagine e al turismo, invece le presenze di turisti non sono mai state così alte. Anche qui: niente ideologi". 













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