Salizzoni: «Il tram è un’opzione» 

Mobilità, convegno al Muse. L’assessore comunale non ha escluso la soluzione per la percorrenza della città nel tratto nord-sud «Dobbiamo però confrontarci con la Provincia». Entro la fine dell’anno l’affidamento dell’incarico per la redazione del nuovo piano mobilità



Trento. La possibilità che in un futuro magari non troppo lontano in città, “solcandola” da nord a sud e viceversa, possa passare un tram elettrico su rotaie evidentemente piace, quantomeno interessa. Perché ieri sera al Muse la sala conferenze era piena, oltre un centinaio i presenti. Per ascoltare “la visione”, così l’hanno chiamata, visto che non è ancora un progetto, dei rappresentanti del comitato “Un tram per Trento”, composto, circa un anno e mezzo fa, da cittadini, professionisti, associazioni ma anche qualche consigliere comunale.

In sala anche l’assessore comunale all’urbanistica e alla mobilità, Alberto Salizzoni, che ha detto la sua. A dar man forte a Massino Pegoretti del comitato anche Massimo Girardi di Transdolomites che ricorda quanto «fin dal 2009 avevamo sostenuto la necessità di una tramvia in collegamento con la ferrovia dell’Avisio di cui chiediamo la realizzazione da tempo».

Pegoretti, come filosofia generale, prima di entrare nei particolari peraltro già illustrati dal Trentino nei giorni scorsi, ha detto che «altro non si vuole che l’applicazione del concetto di una città multimodale (ovvero, da dizionario, che preveda l’uso combinato di più sistemi di trasporto, ndr) così come previsto dal Pum (Piano urbano della mobilità). Un Pum – ha proseguito ancora– che è rimasto lettera morta». «La multimodalità è un po’ una parola magica – ha replicato Salizzoni – Non escludo però che l’ipotesi del tram possa essere percorribile, tenendo presente che la città è cambiata negli ultimi anni, che sarà eventualmente necessario trovare la via per percorrere un sistema-misto di mobilità e confrontarsi con il livello provinciale. Comunque, entro fine anno - ha annunciato l’assessore comunale in sala - sarà affidato l’incarico per la realizzazione del nuovo Pum». (che ora si chiama Pums cioè Piano urbano della mobilità sostenibile, ndr).

Pegoretti ha quindi allargato il campo, “la visione”. Affermando che «l’alternativa al sistema attuale della mobilità (a Trento ogni giorno entrano ed escono 100mila vetture che inquinano) non è comunque l’auto elettrica o a guida autonoma. Piuttosto, si tratta di liberare spazi. E lo si può fare incrementando il trasporto pubblico “pulito”, in sinergia con parcheggi di scambio e attestamento ma anche con la rete autobus e il progetto Nordus che prevede il raddoppio della Trento-Malè da Zambana a Trento e il suo prolungamento fino al previsto Not (il nuovo ospedale) e a Mattarello». Elevata efficienza energetica, frequenza elevata, favorevole allo sviluppo del piccolo commercio, a servizio di una città turistica, sono le altre qualità che il tram avrebbe secondo quanto riferito da Pegoretti. «Con la realizzazione di una tramvia – è la riflessione del comitato - si ridisegnano gli spazi, sarebbe una grandissima occasione di riqualificazione urbana anche a servizio dei pedoni e delle biciclette». «Cambiare si può – ha concluso la sua analisi Massimo Pegoretti – esempi virtuosi, nel corso del tempo, ce ne sono stati. Basti pensare a piazza Fiera e, ultimamente, a via San Martino, anch’essa pedonalizzata. E poi, diverse ricerche affermano che i ragazzi vanno sempre meno in macchina e che, in quanto a velocità media lungo i percorsi cittadini a vincerla è la bicicletta a pedalata assistita, uno dei mezzi per una mobilità alternativa e intermodale». PA.PI.

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