IL PROGETTO

Valdastico, il Comune di Rovereto non dice no 

Bocciato l’atto di indirizzo del Pd che chiedeva di muoversi contro lo sbocco a Rovereto Sud. L’aula ha poi approvato il Dup


di Luca Marsilli


ROVERETO. Non si può dire che sia un sì, ma di sicuro non è un no. La maggioranza ha bocciato l’atto di indirizzo proposto dal Pd che chiedeva un pronunciamento chiaro contro il completamento della Valdastico, tantopiù se con arrivo a Rovereto Sud. Le ragioni sono quelle di sempre (fatte proprie anche dai Verdi e da Vergnano): una autostrada che 50 anni fa magari poteva anche avere un senso, non lo ha più oggi che si ragiona su una mobilità diversa e più compatibile con l’ambiente. E inoltre sventrare montagne e vallate con rischi enormi per l’ambiente dell’intero basso Trentino non si può nemmeno prendere in considerazione.

Il sindaco ha orientato la propria maggioranza sull’astensione (che equivale a non approvare l’atto di indirizzo) secondo il ragionamento che ad oggi non c’è nulla di concreto su cui ragionare. Ovvero, c’è un nuovo presidente della Provincia, Fugatti, che sulla Valdastico ha scommesso per la sua campagna elettorale vincente e che ha ribadito da subito che intende portare avanti il progetto e nella variante con sbocco a Rovereto Sud, ma non ci sono comunicazioni di sorta, né progetti, né studi di sostenibilità economica, né valutazioni ambientali. In altre parole, un dibattito del consiglio comunale adesso sarebbe esclusivamente ideologico e non figlio dei dovuti approfondimenti. Finendo per rispecchiare gli altrettanto ideologici “sì” e “no” sostenuti finora dalle diverse forze politiche. Per questo, è stata la sua conclusione, avrebbe accolto con favore una richiesta di approfondire il tema convocando tecnici e progettisti, ma non vede come si possa discutere di quello che non si sa. «Se e quando ci saranno comunicate le concrete intenzioni della Provincia, il progetto scelto per realizzare l’opera e gli studi che ne dimostrino la realizzabilità tenendo conto sia degli aspetti economici che di quelli geologici - ha concluso - ne discuteremo. Farlo adesso non ha senso».

L’atto di indirizzo è stato quindi bocciato con 7 voti favorevoli, 5 contrari e 16 astensioni.

Quella sugli atti di indirizzo (tre) è stata l’ultima partita prima dell’approvazione del Documento Unico di Programmazione: di fatto, la parte narrativa e politica del bilancio. Che è andato quindi al voto ed è stato approvato a larga maggioranza: 19 sì (tutta la maggioranza), 9 no e 2 astensioni. Nessuna sorpresa né da parte dei “dissidenti di maggioranza” (soddisfatti del passo indietro sulla ristrutturazione della Vannetti) né dalle opposizioni, con la sola “stranezza” della astensione di Gerola, del Pd.













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