«Riaprire il bar? In queste condizioni preferisco chiudere» 

Amarezza e rabbia di un esercente. Baldessari (Bar Lume) «Con i 600 euro non pago l’affitto... Ci vogliono veri aiuti concreti»


GIANCARLO RUDARI


rovereto. «La bolletta di Dolomiti energia è arrivata e questa volta l’ho pagata... Ma non so se il prossimo mese riuscirò... E pensare di riaprire il bar in queste condizioni è davvero sempre più difficile: non lo so, mi sa che se non arrivano aiuti veri meglio chiudere per sempre...». Tanta amarezza e rabbia nelle parole di Claudio Baldessari del bar Lume di via Tartarotti il cui caso era stato sollevato da Fratelli d’Italia per denciare una situazione difficilissima: amarezza perché «vedo il futuro con sempre più preoccupazione», amarezza perché «con quei 600 euro arrivati dal governo non ci pago l’affitto e non si può andare avanti». Per Baldessari «ci vogliono aiuti ed interventi concreti a tutti i livelli. A partire dal Comune, che si deve svegliare e intervenire anche con Dolomiti energia, per arrivare alla Provincia e al governo nazionale. I tempi per prendere le decisioni importanti sono stretti: le amminisitrazioni pubbliche non possono tergiversare perché noi non possiamo aspettare a lungo... E questo non vale solo per i baristi ma per tutte le categorie economiche come i ristoratori e i commercianti. Io mi chiedo come possono fare quelle attività che hanno dei dipendenti: quando si finisce quello che si è messo da parte come si può continuare?». E’ un fiume in piena Baldessari che si chiede davvero se valga la pena riaprire per rischiare poi di chiudere subito dopo: «Marzo, aprile e maggio ormai sono andati persi: non si è lavorato ma dobbiamo pagare lo stesso affitto, tasse, imposte, Siae e quant’altro. Ma anche quando ci diranno che si può riaprire l’attività su cosa possiamo contare? A causa del distanziamento sociale i posti per i clienti saranno ridotti di un terzo o di un quarto e di conseguenza gli incassi caleranno drasticamente. E io mi chiedo: si riuscirà a sopravvivere? No, non credo proprio. E se guardiamo tra un mese è tardi. Ecco perché io chiedo che le istituzioni a vario livello dialoghino in fretta perché altrimenti a chiudere saranno moltissime attività. Se non ho entrate come faccio a pagare? Il Coronavirus non l’abbiamo creato noi e qui non abbiamo l’aiuto dello Stato a fondo perduto come in Germania...»













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