«Politica debole, occupazione a rischio» 

Cerutti (Cgil): dopo il flop alle elezioni la giunta provinciale uscente non ha più la forza per opporsi ai diktat aziendali


di Giuliano Lott


ROVERETO . Le difficoltà per l’occupazione in Vallagarina possono aggravarsi, la debolezza politica della giunta provinciale uscente, da qui alle elezioni in autunno, può giocare un ruolo determinante soprattutto all’indomani delle politiche, che hanno segnato una débacle per il centrosinistra autonomista. Lo sostiene Mario Cerutti, segretario provinciale della Filctem Cgil a fronte della minaccia che incombe su Aquaspace, bloccata dalla magistratura che ha sigillato il depuratore chimico dell’azienda in via del Garda. «Non è l’unico fronte - spiega Cerutti -, Marangoni sta vivendo da anni un periodo di crisi che è costata finora 41 esuberi, per i quali finita la mobilità con marzo il futuro prossimo è da disoccupati, e in più c’è la costante minaccia per altri venti lavoratori, che rischiano di non essere confermati nel prossimo piano dell’azienda. C’è Adler, che dopo le minacce di chiusura sta riprendendo il lavoro con lentezza, ma senza certezze per il futuro. E c’è Sandoz, che per il momento ha rassicurato tutti sulla tenuta occupazionale, ma ha perduto l’opportunità di in grosso investimento sull’impianto industriale. E ora il destino di Tessil 4 e Aquaspace, che insieme fanno un’ottantina di dipendenti, è legato ai tempi delle indagini, che si profilano lunghi, tanto da mettere in discussione la permanenza sul territorio dell’azienda. Tutto ciò mentre la ripresa non si vede all’orizzonte: del resto in Italia negli ultimi anni abbiamo perso il 30% del manifatturiero». A peggiorare le cose in questo momento c’è la politica: la giunta provinciale, oltre ad essere entrata nel “semestre bianco” non è nemmeno in grado di dominare un processo di ricambio che alle politiche ha mostrato la propria forza con un elettorato riorientato verso il centrodestra e il M5S. «In questo contesto - spiega Cerutti - è logico attendersi che gli imprenditori, non trovando alcuna opposizione reale, approfittino delle circostanze per alleggerire gli organici. La situazione può diventare esplosiva, in mancanza di ammortizzatori sociali e con un mercato del lavoro che non riesce a riassorbire quasi nessuno tra quelli rimasti senza occupazione». Le risorse però non ci mancherebbero. «Siamo una Provincia autonoma, è un vantaggio, ma bisogna fare anche delle scelte. Cioè allocare più risorse a sostegno dell’occupazione e del lavoro a scapito di altri settori, dagli impianti di risalita a opere pubbliche non urgenti». Ma l’impegno dell’ente pubblico è fondamentale anche adesso: «Nella vicenda del depuratore Aquaspace bisogna fare il possibile per ridurre al minimo i tempi di attesa. È giusto fare verifiche e controlli sull’impatto ambientale delle aziende, ma i tempi della giustizia non collimano con quelli del mercato. Se ci trovassimo a considerare, chiusa l’indagine, che l’azienda meritava magari solo sanzioni amministrative, non sarebbe un gran risultato a fronte di un’altra emorragia occupazionale». Sul caso Aquaspace interviene anche Filippo Degasperi del M5S che sollecita «un chiarimento urgente da parte della Provincia per evitare facili strumentalizzazioni». La ragione è che Tessil 4 «di cui si paventa la chiusura non ha bisogno di Aquaspace per funzionare dato che continuerebbe a lavorare nonostante il sequestro. Sorge quindi il dubbio che il problema sia essenzialmente economico-gestionale e che si cerchi di mettere sul piatto il futuro di uno stabilimento e dei suoi lavoratori che nulla hanno a che vedere con le azioni della procura». Per Degasperi le pressioni dell’azienda «rischiano di trasformare i lavoratori in ostaggi stretti tra le questioni economiche e le lentezze burocratiche».

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