«Non possiamo lasciare i profughi nelle gabbie»  

Padre Zanotelli è tornato a Marco dopo la protesta: «Ogni persona ha uno spazio di soli tre metri quadrati. Provincia e Comune devono intervenire subito»


di Giancarlo Rudari


ROVERETO. «Dopo la protesta non è cambiato nulla. Ma una soluzione non la deve trovare Cinformi. Deve essere la politica, devono essere gli amministratori provinciali e comunali, ad assumersi le proprie responsabilità e ad intervenire subito...» Padre Alex Zanotelli, missionario comboniano protagonista di molte battaglie in difesa dei più deboli, ieri è tornato al campo di accoglienza di Marco dopo la protesta di mercoledì. E come allora, anche ieri ha voluto incontrare i profughi, parlare con loro, ascoltare le loro richieste e verificare se e cosa fosse cambiato. «Non è stato fatto minimamente nulla come mi è stato detto e come ho potuto verificare. Sono rimasto molto perplesso - afferma padre Zanotelli - dal commento dell’assessore provinciale Luca Zeni quando ha parlato di questa gente che sta cercando comfort. Ma si rende conto della situazione in cui vivono ammassate queste persone? E’ incredibile questo ingabbiamento, perché questi container sono delle vere gabbie in ognuna delle quali vivono 16 persone. Un sovraffollamento illegale. Vorrei ricordare che l’Unione Europea ha condannato l’Italia per il sovraffollamento delle carceri considerato che per detenuto ci sono 5 metri quadrati. Qui abbiamo calcolato che ogni persona ha al massimo la disponibilità di 3,2 metri quadrati. Una situazione intollerabile, che può essere comprensibile soltanto in situazioni di grave emergenza, ma qui questo ammassamento dura da un anno e mezzo, quasi due».

E se qualcosa di positivo non manca («il fatto, ad esempio che siano loro a cucinare o che abbiano realizzato loro stessi di tavoli o altri lavori»), una risposta ad una «situazione grave e drammatica» la deve dare la politica. «Mi hanno detto - puntualizza padre Alex - che l’unica cosa ottenuta è un incontro fissato per giovedì alle 14 con una certa Elena di Cinformi. Potrà ascoltarli, ma non può decidere. Per questo ho detto loro di parlare con chi può fare qualche cambiamento come l’assessore provinciale Zeni. E anche il sindaco e l’assessore ai servizi sociali di Rovereto vadano a visitare il campo per rendersi conto della situazione. Un loro impegno può servire a migliorare le condizioni di questa gente».

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