TOMASONI E LE TRATTATIVE in corso  

«No alla società in house Trento-Rovereto per l’acqua»

ROVERETO. «Ora però basta. Basta con l’arroganza di Trento e del suo sindaco. Basta con i tentativi di espropriare Rovereto del suo patrimonio e delle sue risorse vitali, tenendo ben presente che i...



ROVERETO. «Ora però basta. Basta con l’arroganza di Trento e del suo sindaco. Basta con i tentativi di espropriare Rovereto del suo patrimonio e delle sue risorse vitali, tenendo ben presente che i roveretani sono pronti alla battaglia visto che non intendono regalare nulla al capoluogo». Si conclude così il lungo intervento di Carla Tomasoni (ex consigliere comunale) in merito alla trattativa per la costituzione di una società in house fra Rovereto e Trento per la gestione comune dell’acqua. Tomasoni attacca il sindaco di Trento che «con indicibile spudoratezza dichiara alla stampa: “Penso all’aspetto solidaristico dei territori. In un ambito unico l’acqua di un Comune e le sue sorgenti diventano di tutti”, occorre rispondere subito: no caro sindaco, la sorgente di Spino è patrimonio di Rovereto e deve restare dei roveretani, pertanto noi roveretani non siamo disponibili ad alcun ambito unico con Trento. Quando il sindaco Andreatta, riguardo al nodo dell’acquisto delle reti di Trento aggiunge “… si è prospettata una soluzione, ossia che non sia Trento ma la stessa new-co ad acquistare le reti….” così confermando che l’idea della società in house fra Trento e Rovereto per la gestione del ciclo dell’acqua nasce a Trento con una concezione speculativa a danno di Rovereto, è necessario essere chiari e decisi respingendo ogni ipotesi di società in house chiaramente strumentale. Al riguardo è utile ricordare che il Comune di Trento per rientrare in proprietà delle reti idriche, a suo tempo cedute, dovrebbe sborsare 37 milioni di euro, spesa che il consiglio comunale del capoluogo non ha autorizzato e anzi ha stoppato con voto contrario alla proposta di deliberazione avanzata nel 2013 dal sindaco Andreatta. La costituzione di un ambito unico e successivamente di una Società fra Trento e Rovereto (presumibilmente S.p.A.) attualmente sollecitata da Trento per la gestione del ciclo dell’acqua, presupporrebbe il conferimento delle reti idriche di Rovereto nella predetta Società, consentendo quindi anche a Trento di entrarne in proprietà, ponendo poi in carico alla Società e quindi anche alla città di Rovereto l’esborso di 37 milioni di euro per acquistare le reti idriche a suo tempo vendute dal Comune di Trento, con prevedibile, conseguente e consistente aumento delle bollette...» Tomasoni ricorda anche le analogie con il caso di Asm e la nascita del nuovo soggetto elettrico con la nuova società Trentino servizi spa con altri soggetti (oltrea a Trento e Rovereto) fino a determinare quote inferiori di Rovereto rispetto Trento: «Così Rovereto ha perso un patrimonio importantissimo ed è fuori discussione che debba perderne un altro quale la sorgente di Spino, l’acquedotto e la gestione della propria rete idrica in favore degli interessi di Trento. Se il Comune di Trento ha attuato una politica poco accorta, il problema è di Trento e non riguarda in alcun modo il Comune di Rovereto. Noi roveretani lo stiamo dicendo fin dal 2008, perché è fin da allora che Trento tenta di impossessarsi della sorgente di Spino e della rete idrica di Rovereto» afferma Tomasoni.













Scuola & Ricerca

In primo piano

Elezioni

Europee: Sara Ferrari per il Pd, Paccher per la Lega

I Dem scelgono la deputata per la corsa a Bruxelles:  «Voto fondamentale per frenare i nazionalismi». Il presidente del consiglio regionale: «Ringrazio il partito. Porterò avanti i temi legati alla montagna»