Nella ex Manifattura 500 reperti della guerra 

Il nuovo progetto del Laboratorio di Storia, «Cosa videro quegli occhi?», racconta il clima sociale in Trentino tra il 1913 e il 1920 attraverso documenti e foto inediti


di Michele Stinghen


ROVERETO . La macchina del tempo ancora non è stata inventata, ancora non è possibile andare a ritroso nel tempo e assistere dal vivo a ciò che capitò ai nostri nonni o bisnonni. Perché fu quella - quell'esperienza personale atroce - la vera guerra mondiale, più che le decisioni dei monarchi, le diplomazie, le bandiere degli Stati. Questo, ciò "che videro quegli occhi" vuole raccontare la mostra che verrà inaugurata martedì alla Manifattura. É un nuovo, originale prodotto del Laboratorio di Storia di Rovereto, che raccoglie addirittura 500 tra reperti e documenti originali, recuperati grazie a 150 donatori e prestatori, da oltre 50 enti italiani ed esteri; ci sono oggetti, fotografie, documenti, molti dei quali del tutto inediti. Assieme, raccontano la storia dei soldati trentini spediti sul fronte russo, o di quelli impegnati "in casa" contro gli italiani; i drammi famigliari, il territorio invaso, le prigionie, la morte e per alcuni il ritorno. "Cosa videro queli occhi! Uomini e donne in guerra. 1913-1920" (curata da Tana Vaclavickova e Luca Nicolodi assieme a tutto il Laboratorio di Storia) segna non solo un nuovo acuto del Laboratorio, ma delle collaborazioni nuove per Rovereto. Il gruppo di storici roveretano si è appoggiato al Museo Civico, ente organizzatore, che ha scelto come spazio espositivo le grandi sale al primo piano dell'ufficio storico della Manifattura, grazie all'appoggio di Trentino Sviluppo. Una nuova mossa per far sì che la ex fabbrica di Sacco, sempre più polo della nuova economia verde, diventi luogo frequentato dai roveretani. E non solo, in questo caso, visto il respiro della mostra. «Questa mostra è un nuovo risultato di un lavoro partito negli anni Ottanta, con il Laboratorio di storia, che ha creato il più importante archivio di scrittura popolare d'Europa», ha detto il presidente del Museo Civico Giovanni Laezza. «Questa mostra articola il racconto della Prima guerra mondiale "così come lo videro quegli occhi" - ha spiegato Diego Leoni, del Laboratorio - con tutta la sua complessità. Scritture, foto, reperti anche cinematografici, e la forza evocativa degli oggetti originali, ci aiutano a mettere in scena questa grande coreografia della guerra». «Consegnamo alla città un nuovo spazio espositivo», sottolinea il sindaco Valduga. Che non è stato scelto "per questioni di emergenza": «Sarà uno spazio permamente per la ricerca storica e sociale, per lavorare e per trasmettere il valore della storia, di quanto avvenuto qui e di come si può fare innovazione anche così», ha sottolineato l'assessore alle attività economiche Alessandro Olivi. La mostra verrà inaugurata martedì alle 18 nella ex Manifattura; visitabile da mercoledì 9 maggio, con entrata gratuita (dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 18). Resterà allestita fino al 30 dicembre.

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