«Marangoni, trattamento diseguale per i dipendenti» 

La denuncia dei Cobas. In tre mesi di contratto di solidarietà, il personale è stato gestito penalizzando alcuni a favore di altri. Lunedì incontro con il sindacato, ma Bergese si è dimesso


Giuliano LOTT


Rovereto. C’è molto malumore in fabbrica, alla Marangoni Pneumatici, e la ragione è - stando a quanto raccontano i dipendenti - la modalità di applicazione del contratto di solidarietà, richiesto per poter traghettare l’azienda fino al perfezionamento delle nuove partnership internazionali con la brasiliana Vipal e l’inglese DMack, che secondo le previsioni dovrebbero immettere liquidità fresca nelle asfittiche casse del gruppo. In teoria, i giorni di lavoro dovrebbero essere a rotazione, ed equilibrati, cioè distribuiti con equità tra i vari dipendenti. Secondo molti lavoratori, invece verrebbero applicati princìpi di discrezionalità tali da favorire alcuni operai rispetto ad altri, lasciando intendere che alcuni dipendenti verrebbero trattati in maniera “punitiva” rispetto ad altri lavoratori. In sostanza, chi meno lavora meno guadagna, ed è chiaro che chi guadagna di meno sia più penalizzato. Questa situazione è emersa la settimana scorsa nel corso di un’assemblea dei lavoratori, di cui riferisce Giovanni La Spada dei Cobas.

Le dimissioni di Bergese.

Questo diffuso malumore è amplificato da un’altra notizia: il direttore del personale Michele Bergese, assunto nell’ottobre di due anni fa, si è dimesso a fine giugno e pertanto c’è molta incertezza su chi andrà a rappresentare l’azienda al tavolo del ministero dello sviluppo economico. Un addio che alcuni interpretano come un segno di discontinuità rispetto al passato, per non dire del rischio che la trattativa al ministero di Luigi Di Maio si possa impantanare anche in forza di questa ragione. Bergese ha già salutato colleghi e dipendenti alla fine del mese scorso e la sua fuoriuscita dal gruppo Marangoni, avvenuta alla chetichella, senza alcun comunicato ufficiale ad annunciarla, non è stata certo vista come un segnale positivo in azienda, tanto più che si tratta del secondo addio in meno di un anno. Il primo a lasciare Rovereto era stato l’amministratore delegato Dino Maggioni, che a quanto è dato sapere dopo un anno e mezzo dall’incarico è entrato in rotta di collisione con la proprietà, la quale ha subito ripreso in mano il management dell’azienda.

Lunedì la nuova verifica

Lunedì c’è il nuovo incontro fra sindacato e azienda per verificare la situazione dell’applicazione del contratto di solidarietà conservativo, concesso cioè dal ministero. «L’aspetto della disuguaglianza nell’applicazione del contratto di solidarietà sarà il primo tema che porremo all’esame del tavolo di verifica» spiega La Spada dei Cobas.

L’addio del direttore del personale Bergese pone però un’ulteriore problema, se non altro come segnale negativo, poiché dal punto di vista formale chi si presenterà all’incontro di lunedì in rappresentanza dell’azienda avrà - perlomeno sulla carta - pieni poteri di discutere con il sindacato.













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