LAVORO

Marangoni, subito quattro giorni di stop

Manca liquidità per le materie prime, lunedì e martedì si fermano gli impianti. Poi l’azienda chiederà la cassa integrazione



ROVERETO. Dopo la sorpresa di Roma, dove Marangoni si è presentata al tavolo del ministero dopo aver annunciato 55 esuberi sullo stabilimento di Ferentino, un altro colpo di teatro ieri, 18 gennaio, all’incontro con sindacati e delegati della Provincia: lunedì e martedì la fabbrica di via del Garda si fermerà per fare fronte a una grave crisi finanziaria, non avendo riscosso una consistente fattura da un cliente. L’azienda si fermerò alri due giorni, ancora da stabilire, facendo ricorso a una sorta di flessibilità sulle festività non godute.

Ma questa è solo la prima parte, la più innocua dato che non comporta problemi per i lavoratori. C’è ben di peggio: Marangoni intende fare ricorso a un residuo di cassa integrazione straordinaria per un periodo di sei mesi per poter gestire la crisi di liquidità che le impedisce di acquistare materie prime per corrispondere alle commesse (che, assicura l’azienda, ci sono). L’iter per la cassa integrazione passa però attraverso un piano industriale che deve illustrare le ragioni della richiesta, dimostrare di avere tutti i requisiti per ottenerla, e spiegare anche cosa intende fare alla fine dei sei mesi di “cassa”. Non è scontato che tutte queste condizioni vengano soddisfatte, e ciò apre un grosso interrogativo sul futuro della fabbrica di via del Garda.













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