Il parco del Brione dedicato a Gino Colorio 

Il consiglio comunale all’unanimità ha deciso di intitolare il giardino al noto ingegnere e docente



ROVERETO. Il consiglio comunale, all’unanimità, ha deciso di intitolare il parco del Brione a Gino Colorio, una delle menti più brillanti della città nel suo campo. Al giardino, in seguito ad una sorta di concorso tra scuole, a suo tempo era stato dato il nome di “Amico”, ma la definizione non è mai attecchita. Ora invece si è proceduto ad una intitolazione formale, individuando nell’ingegnere ed insegnante la figura più idonea al ricordo. Considerando anche che Gino Colorio visse proprio al Brione. Nacque il 20 novembre 1890 a Calliano, ma si trasferì ben presto a Rovereto dove si diplomò alla Scuola Reale Elisabettina a 18 anni con il massimo dei voti. Stesso risultato al termine degli studi di ingegneria civile al Politecnico di Vienna, dove cominciò anche a lavorare prima di ritornare in Italia dove fece il collaudatore di aerei Caproni. Al termine della Prima guerra fu nominato a capo dell’Opera di rifabbrica del basso Trentino. Fra i suoi interventi la ricostruzione dell’Hotel du Lac a Riva, il quartiere e la chiesa di Santa Maria a Rovereto e il paese di Marco per cui progettò un sistema di irrigazione. Il Comune di Marco lo nominò cittadino onorario.

Nella sua attività di ingegnere ha realizzato le strade di Cei, di Brentonico e della Val di Gresta; a Rovereto la casa ex Gil, gli stabilimenti Pirelli e Xilos, il cinema di piazza Rosmini. Fu anche autore di numerosi trattati scientifici e originali adottati da istituzioni e amministrazioni, tradotti in diverse lingue. Per umiltà non brevettò mai le sue invenzioni, che furono anche notevoli. Assieme al meccanico Pizzini dell’Alpe, ad esempio, lavorò sul cambio automatico delle vetture e inventò l’aliscafo a jet.

Nella sua vita parte importante l’ha avuta anche l’insegnamento. Quasi per scherzo partecipò ad un concorso nazionale per la cattedra di Topografia e Costruzioni presso gli istituti tecnici e risultò il primo fra 2 mila concorrenti. Così cominciò ad insegnare all’Itcg (dal 1930 al 1959). Si appassionò alla trasmissione delle sue conoscenze alle nuove generazioni, formando professionisti seri e preparati. Una volta lasciata la cattedra, gli fu chiesto di avviare l’istituto professionale Veronesi, incaricò che accetto: fu direttore per tre anni.

Socio dell’Accademia, commendatore della Repubblica, medaglia d’oro dell’Ordine degli ingegneri: questi i titoli che gli furono conferiti per i suoi meriti professionali, per la sua vasta cultura e per la dedizione nell’insegnamento. Morì nel 1965. Ora a ricordare la figura, il professionista e l’uomo c’è il parco del Brione, quartiere in cui visse.













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