Il liceo Rosmini ci ripensa addio alla settimana corta 

Il dirigente De Pascale va controcorrente: «I rientri pomeridiani incompatibili con i carichi di studio, e ci sono difficoltà anche per i trasporti e il servizio mensa» 


di Michele Stinghen


ROVERETO. Il liceo Rosmini va controcorrente e torna alla settimana lunga. Nei giorni scorsi il consiglio d'istituto ha votato a larga maggioranza un indirizzo della scuola per l'orario scolastico "tradizionale", senza pomeriggi e con lezioni anche al sabato. Questo orientamento è comune a diversi altri licei della Provincia, tuttavia proprio quest'anno il Rosmini aveva avviato una sperimentazione, e tutte le sue prime attualmente fanno cinque giorni di lezione. Nei giorni scorsi, in una riunione aperta ai genitori di prima, questi ultimi hanno mostrato generale soddisfazione su come sta andando con il sabato libero. Se le cose rimanessero così, l'anno prossimo anche le prime, divenute seconde, torneranno alla "settimana lunga".

Si apre perciò una partita delicata per il liceo: «Costituiremo un gruppo di lavoro, ascolteremo tutti, genitori e ragazzi, e verificheremo se questa sperimentazione ha funzionato dal punto di vista didattico», spiega il dirigente Francesco De Pascale. La settimana corta, con lezioni anche di pomeriggio e il sabato libero, si sta diffondendo quasi in tutte le scuole superiori trentine. Si trattava di un obiettivo di legislatura della Provincia, che però ha lasciato uno spiraglio. Rispetto a quello che diventava legge, i singoli istituti possono, con precise motivazioni, chiedere una deroga. Ogni scuola superiore aveva tempo fino a gennaio per decidere in merito. Il Rosmini ha optato per chiedere la deroga e per il sabato a scuola. La proposta è pervenuta dal collegio, che ha sottoposto l'indirizzo al consiglio d'istituto; la settimana lunga è passata a larga maggioranza. Il caso del liceo Rosmini non è isolato in Trentino, anche diversi licei di Trento hanno chiesto la deroga rispetto alla settimana corta. «Il percorso scolastico di un liceo richiede, a differenza degli istituti tecnici, un periodo adeguato di rielaborazione individuale - spiega il dirigente De Pascale - ma non è solo una questione di studio a casa. Il consiglio ha tenuto conto anche di alcune nostre specificità, abbiamo molte ore pomeridiane a scuola di sportello e per il recupero, che sono attività consistenti. Altre motivazioni per preferire nel nostro caso la settimana lunga sono state questioni di trasporto per tanti ragazzi e le difficoltà per una mensa».

Con il documento votato, ora il Rosmini passa all'orario tradizionale. Che vuol dire non cambiare nulla per quasi tutte le classi e gli indirizzi (classico, linguistico, scientifico, sportivo) ma non per le prime. Da quest'anno tutte le prime infatti il sabato stanno a casa, in via sperimentale.

«Il consiglio ha anche votato un impegno ad approfondire questa sperimentazione - aggiunge De Pascale - costruirò un gruppo di lavoro e verificheremo, con metodo scientifico, se la sperimentazione ha funzionato bene o meno. Se ci saranno risultati positivi, il consiglio potrebbe tornare a discuterne». Verranno interpellati tutti i genitori e tutti gli studenti. Certo è che in una prima riunione i genitori presenti hanno dimostrato di gradire il sabato a casa per i loro figli. Non sarà quindi una decisione facile.

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