I servizi sociali nel 2035: sempre meno volontari 

Uno studio sul futuro possibile. Verrà presentato martedì pomeriggio all’Urban center Molte associazioni finiranno per sparire o accorparsi, i giovani rimangono precari troppo a lungo



Leonardo. Nel 2035 gli abitanti della Vallagarina tra i 15 e i 65 anni saranno diecimila meno di oggi, e le centinaia di associazioni di volontariato potrebbero trovarsi costrette a ridurre di numero, accorpandosi. Anche perché di volontari attivi ce ne saranno sempre meno. È la previsione di uno studio del Servizio sociale della Comunità della Vallagarina, che verrà illustrato nei dettagli martedì alle 17 all’Urban Center.

Lo studio che analizza i futuri possibili, è il risultato di un’elaborazione della responsabile del servizio sociale della Comunità Carla Comper. La quale ipotizza che nel 2035 le persone tra i 15 e 65 anni da circa 61 mila caleranno a 51 mila, riducendo in maniera sensibile il numero di persone da cui le organizzazioni di volontariato potranno attingere. Le valli e i paesi periferici sono destinate a spopolarsi a vantaggio della città, la cui popolazione è prevista in costante l’aumento di persone (Rovereto oggi fa poco più di 40 mila abitanti). Di ciò patiranno le conseguenze le organizzazioni attive nelle zone più periferiche.

Oggi a Rovereto c’è un’associazione una ogni 137 abitanti (dunque quasi 300). Nel resto della valle il rapporto medio è di una ogni 95 abitanti, con i due estremi di Avio (una ogni 341 abitanti) e di Vallarsa (una ogni 39 abitanti).

Tra le variabili più interessanti c’è l’attenzione ai valori dei giovani, che sembrano essere in una fase di cambiamento, con una tendenza a essere più utilitaristi nella partecipazione sociale. Ciò ha un collegamento con la precarietà economica e lavorativa a cui sono costretti e alla possibilità di entrare nel mondo adulto, che si verifica in età sempre più avanzata. Il volontario è animato da un desiderio di donare agli altri, ma ciò è possibile solo in una situazione personale di sicurezza e stabilità. Il tema è quindi come sostenere i giovani, la loro sicurezza, come ingaggiarli come dare loro potere di esprimersi e di contare.

Un altro tema evidenziato riguarda la burocrazia e le responsabilità che in capo alle organizzazioni di volontariato, un aspetto che spesso scoraggia anche i più volenterosi. Le nuove tecnologie e una migliore regia del pubblico potrebbero attenuare l’impatto, ma spetta alla politica semplificare il sistema cercando anche strumenti di sostegno più adatti.

Le organizzazioni di volontariato sopravvivranno nel 2035 ma il loro numero è molto elevato e alcune sono duplicati di altre associazioni, un fenomeno collegato ai personalismi che animano anche questo settore. La riduzione di volontari probabilmente porterà a una riaggregazione di alcune organizzazioni. La leadership è un altro tema centrale. Per favorire il ricambio va considerata la figura del presidente, la sua formazione la sua capacità di governance, come favorirla e come limitare il “tappo generazionale”, cioè la difficoltà a lasciare spazio agli altri.













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